L’azione che ha fatto impazzire Allegri in Milan-Juve: via giacca e cravatta dopo questo errore
Il Milan-Juve di Massimiliano Allegri è finito tra urla, rimproveri e una giacca gettata verso la panchina in segno di stizza. Uno show in piena regola dettato dal nervosismo di una partita ancora in bilico e dalle indicazioni che la sua squadra proprio non riusciva a seguire. L'allenatore bianconero è stato il protagonista indiscusso degli ultimi minuti a San Siro, vissuti quasi in apnea dopo il gol di Locatelli che ha consegnato la vittoria nelle mani della Juventus.
Ma l'illustre ex della sfida è stato anche il protagonista della lente di ingrandimento di DAZN che proprio a lui ha dedicato l'inizio del nuovo episodio di BordoCam: d'improvviso siamo stati catapultati a bordocampo accanto ad Allegri, in una posizione privilegiata per assistere alla sua sfuriata. Tutto è cominciato dallo sfogo contro Miretti, colpevole di aver tentato un filtrante finito nel vuoto: dopo il gol del vantaggio l'allenatore ha chiesto alla sua squadra di non rischiare più nulla, di controllare il pallone e allargare il campo, istruzioni che non sono state eseguite alla lettera.
L'azione incriminata parte proprio da Locatelli che, ormai chiuso, non ha altra scelta che passare il pallone centralmente per Miretti che però viene aggredito da Kalulu e finisce per terra. L'arbitro fischia il fallo, ma se non lo avesse fatto ci sarebbe stata una pericolosa ripartenza per il Milan. È la goccia che fa traboccare il vaso di Allegri che reagisce togliendosi la giacca rabbiosamente e tirando un calcio al cartellone. Poi allarga le braccia e come un mantra ripete: "Gioca largo, gioca largo".
Lo spettacolo continua: l'allenatore si sfila la cravatta e la lancia verso la panchina – in direzione di un Landucci che nel frattempo si sta godendo tutta la scena da due passi – prima di continuare insistentemente alla sua squadra di giocare largo. In questo frangente capita l'occasione di Vlahovic che arriva a un soffio dal raddoppio. Neanche questo va bene ad Allegri che ancora visibilmente arrabbiato chiede più controllo del pallone, vuole che si rischi il meno possibile.
A far terminare la sfuriata ci pensa Rabiot che conquista una rimessa laterale all'altezza del corner. L'espressione del livornese cambia radicalmente e si lascia andare in un'esultanza eccessiva che gli vale anche il cartellino giallo. È esattamente quello che intendeva, il modo giusto per far scorrere il tempo e avvicinarsi alla fine senza pericoli. La partita di Allegri finisce 11 secondi prima del triplice fischio: non aspetta neanche il segnale dell'arbitro e decide di rintanarsi subito negli spogliatoi, salutato dalla fetta di pubblico juventino che gli canta "Allegri uno di noi", un ritornello che i bianconeri non sentivano da un bel po' di tempo.