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Lazio, caos tamponi. Lotito passa all’attacco: “Ci stanno facendo il gioco delle tre carte”

Il presidente della Lazio, in una lunga intervista concessa a ‘La Repubblica’, è tornato sul caso dei tamponi anti Covid: “C’è un’aleatorietà dell’interpretazione dei risultati. Serve un ente terzo, così finisce la tarantella. Nessuno vuol far giocare i positivi. Immobile? Il medico lo ha valutato, gli ha rifatto l’idoneità sportiva, la capacità polmonare a riposo e sotto sforzo e stava meglio di prima”.
A cura di Alberto Pucci
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Messo sotto accusa dai suoi colleghi presidenti e indagato dalla procura della Figc, Claudio Lotito passa all'attacco e si difende dopo lo scandalo scoppiato nelle scorse ore. Il caso dei tamponi effettuati sui giocatori della Lazio, ha infatto avvelenato la vigilia del big match con la Juventus e irritato il presidente biancoceleste: "Ci stanno facendo il gioco delle tre carte – ha sbottato il patron, in un'intervista concessa a ‘La Repubblica' – Ma che vuol dire positivo? Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne, di tutte le donne del mondo, ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni, solo alcuni in alcuni casi diventano patogeni e degenerano".

"Anche Tare è positivo, ma oggi nessuno ti dice se uno infetta oppure no – ha aggiunto Lotito – C’è un’aleatorietà dell’interpretazione dei risultati. Per me la valutazione la deve fare il medico, io non lo so se Immobile si sia allenato martedì perché non ero a Formello, ma il medico lo ha valutato, gli ha rifatto l’idoneità sportiva, la capacità polmonare a riposo e sotto sforzo e stava meglio di prima. Una questione è come vengono conservati i reagenti, i tamponi, come viene effettuato il test. Immobile in campo a Torino? Abbiamo il tampone, era negativo. Nessun vuol far giocare i positivi, io ho fatto fare i tamponi pure ai familiari".

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Lotito e la richiesta al presidente federale Gravina

Dopo aver lanciato una frecciata al presidente del Torino ("Cairo mi odia a morte dopo che ha perso con me, i suoi giornali mi attaccano per questo. Ma perde sempre, è ultimo in classifica"), Lotito ha anche parlato del suo colloquio con Gravina: "Gli ho chiesto di introdurre una struttura unica che faccia i test per tutti, che imponga gli stessi parametri per tutti. Ho suggerito Federlab, che li fa già per la Serie C. Serve un ente terzo, così finisce la tarantella. Pensi che un altro giocatore che era risultato positivo ai test della Uefa si è andato a fare un tampone per conto suo. Ed è risultato negativo. Il laboratorio di Avellino? Sapevo che Taccone fosse stato presidente dell’Avellino, ma non c’entra niente".

"Quando c’è stata necessità di introdurre i tamponi per tutta la squadra ho chiesto allo Spallanzani, ma mi hanno detto che non era il caso. Poi c’era il Campus biomedico, che era vicino a Trigoria ed era l’unico nel Lazio, se lo immagina la gente in fila e noi che passiamo avanti? Non mi andava che si pensasse che i giocatori avevano una corsia preferenziale rispetto ad altri cittadini, la salute è uguale per tutti. Quando ho chiesto per la Salernitana mi hanno detto che c’era il centro di Taccone, uno dei pochi convenzionati con la Regione Campania. E abbiamo scelto lui anche per la Lazio. Positivo vuol dire che puoi infettare. Abbiamo scritto alla Uefa, perché una settimana prima ci avevano bloccato anche Pereira ma poi il giorno dopo ci avevano risposto che era negativo. Abbiamo mandato tutti i dettagli sui tamponi, sui reagenti, su chi aveva fatto i prelievi – ha concluso Lotito – Ci hanno detto "la commissione sta valutando", ma ancora non ci ha risposto".

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