L’avvocato di Lavezzi parla per la prima volta del disturbo che lo tormenta: “Soffre di ipomania”
Tutta l'Argentina è in apprensione per le condizioni di Ezequiel Lavezzi, entrato in un vortice a pochi giorni da Natale dal quale non è ancora uscito. Una serie di ricostruzioni errate avevano fatto filtrare la notizia di un accoltellamento, smentita subito dalla famiglia che ha mostrato la realtà dei fatti: il Pocho è ricoverato in una clinica di salute mentale e il suo avvocato per la prima volta ha parlato della malattia che lo affligge.
Nessun abuso di droga o alcol, ipotesi smentite già dal figlio attraverso il suo profilo social, ma problemi molto più profondi che lo hanno costretto a cure specifiche per un disturbo psichico di cui ancora non si sapeva molto. Dalla tv argentina hanno tracciato il quadro con notizie terribili, e il suo legale Mauricio D’Alessandro a SoFoot ha provato a spiegare meglio lo stato di salute mentale del suo assistito.
Il suo ricovero in clinica potrebbe terminare presto se darà segnali di recupero: "Resterà in cura per 21 giorni e poi avrà la possibilità di andarsene o restare a seconda delle sue condizioni. I medici stanno cercando di stabilizzarlo, prima di vedere se ha bisogno di cure più lunghe. Non ha ricevuto terapia intensiva come è stato detto". Poche parole che servono a far chiarezza e a spazzare via tutti i rumors sul suo conto.
E per la prima volta l'avvocato ha parlato apertamente del disturbo dell'ex stella del Napoli: "Soffre di ipomania, un disturbo cronico che colpisce l’umore. Aveva già subito in passato le conseguenze di questa patologia, non è in cura per consumo di stupefacenti o alcol, ma per curare un disturbo psichiatrico che potrebbe spingere qualcuno a farsi del male".
La condizione dell'argentino avrebbe scatenato tutti i fatti nati alla fine di dicembre, quando si era diffusa la voce del suo accoltellamento in Uruguay. La ricostruzione di quelle ore fatta dal legale è completamente diversa e racconta anche cosa è successo nei giorni successivi: "Nel cuore della notte ha sentito un rumore e ha pensato che ci fossero persone in casa, così è successo. Quando ha lasciato l’ospedale, ha cercato di superare la crisi da solo. In generale, possono essere necessari dai quindici giorni a un mese. Ma non ci è riuscito, ecco perché è andato in clinica. Non è una patologia che si cura dicendo semplicemente: ‘Non andare a ballare'. Richiede cure mediche".