Lavezzi fa i conti coi suoi demoni: “Soffre di un disturbo psichiatrico cronico, può farsi del male”
"Devo farlo per mio figlio". Le parole sussurrate da Ezequiel Lavezzi che trapelano dall'isolamento terapeutico in cui è confinato perché ha bisogno di ritrovare equilibrio psichico e fa parte del percorso che gli specialisti hanno tracciato per lui. Quanto tempo ci vorrà ancora non è la cosa più importante adesso, molto dipenderà dalla volontà e dalla capacità del ‘paziente' di guardare avanti, un passo alla volta.
Il Pocho è attualmente ricoverato in una clinica specializzata di Buenos Aires, vi dovrà restare almeno per una ventina di giorni poi, tenendo conto di una serie di valutazioni (anche) personali, deciderà se restare oppure andare via a seconda delle sue condizioni. L'obiettivo dei medici è stabilizzarlo poi di vedrà se ha ancora bisogno di cure oppure può tornare a una vita quotidiana ‘normale'.
Per adesso nessuno può fargli visita se non pochissime persone che si contano sulle punte delle dita, tra queste c'è Tomas, il figlio per il quale ha giurato di fare il possibile per superare i problemi in cui versa ("sono andato troppo oltre"), ripulirsi l'anima, disintossicarsi sì ma "non dall'abuso di alcol e nemmeno di droga – come spiegato dal suo avvocato, Mauricio D'Alessandro, ai media che in qualche modo hanno cercato un contatto con l'ex giocatore – e non è vero che sia stato messo in terapia intensiva".
Tomas è la luce in fondo al tunnel, la mano tesa che tiene Lavezzi ancorato al mondo reale che è al di là delle mura della struttura sanitaria, quello stesso mondo che preme dall'esterno e lo ha portato a sbottare per la fuga incontrollata di voci sul suo stato di salute. "Sono delle merde…", è la frase che il Pocho s'è lasciato sfuggire.
Il legale dell'ex attaccante di Napoli e Paris Saint-Germain è stato chiaro al riguardo. Ciò che di cui soffre l'ex giocatore è altro: "Soffre di ipomania, un disturbo psichiatrico cronico che colpisce l’umore e può portare la persona che ne soffre anche a farsi del male. Già in passato aveva sofferto di questa patologia, però non è in cura per consumo di stupefacenti o alcol".
D'Alessandro cita anche un dettaglio che in parte spiega qual è lo stato emotivo del Pocho, messo a dura prova da presunte manie persecutorie che ne minerebbero lo stato d'animo: "Una notte ha sentito un rumore e ha pensato che ci fossero persone nella sua abitazione. Ha provato a superare la crisi da solo ma non ci è riuscito, ecco perché è andato in clinica – ha aggiunto l'avvocato dell'argentino -. E il malessere che lo riguarda è qualcosa che ha bisogno di tempo e di cure mediche specifiche".