Lautaro Martinez deve farlo: “Nell’albero di Natale le palline piccole sopra e quelle grandi sotto”
La maniacalità di Lautaro Martinez è cosa nota, il suo dover mettere in atto alcuni comportamenti ossessivo-compulsivi è stato mostrato lo scorso aprile con un video dalla moglie Agustina Gandolfo. "Ossessivo livello pro", aveva commentato la modella argentina mentre le immagini mostravano il capitano dell'Inter compiere alcuni gesti domestici che evidentemente non poteva fare a meno di mettere in atto: avvicinarsi al televisore e spostare di poco il telecomando che era poggiato sotto, poi afferrare un altro oggetto che per lui era ‘fuori posto', e ancora chiudere una porta che ‘non doveva' restare aperta. Tutto secondo i suoi criteri di ordine, sui quali adesso si sofferma spiegando come abbiano a che fare con la "salute mentale".
Lautaro Martinez e l'albero di Natale: "Le palline piccole sopra e quelle grandi sotto. E tutte in ordine per colore"
"L'albero di Natale l'ho fatto da tre settimane: coi bambini è speciale – racconta il 27enne bomber al Corriere della Sera – Se l'ho addobbato in modo sistematico? Certo, con le palline piccole sopra e quelle grandi sotto. E tutte in ordine per colore. Poi ci sono i bambini che ti cambiano tutto… Da dove nasce questo bisogno di ordinare le cose? Credo sia una questione di salute mentale".
Per spiegare cosa intende, Lautaro riavvolge il nastro dei ricordi e torna a quando era un bambino: "Quando ero piccolo, tornavo a casa da scuola con mio fratello più grande e trovavo il pranzo già preparato da mia madre, che era fuori tutto il giorno a lavorare. La casa era un casino e prima di andare all'allenamento mi fermavo per sistemarla: rifacevo i letti, sistemavo la biancheria da lavare e facevo fare i piatti a mio fratello, perché mi dava molto fastidio vederli sporchi. La mia rabbia in campo? Da piccolo io non avevo niente. A volte non sapevo dove avrei dormito la sera. Sono cose che mi hanno marcato come uomo e tutto quello che ho passato cerco di trasmetterlo in campo. Fuori dal calcio, cerco sempre di dare una mano e sono felice di andare a trovare i bambini che non stanno bene: capisco quello che vivono, le loro difficoltà".
"Io e Simone Inzaghi sottovalutati, col mister sono cresciuto a livello altissimo"
Il calciatore di Bahia Blanca è arrivato solo settimo nell'ultimo Pallone d'Oro, ma fa spallucce, quello che conta è che l'Inter vinca: "Credo di aver fatto un anno importante, non solo perché sono stato capocannoniere in Copa America e in Serie A, ma anche per il modo di giocare. Se mi sento sottovalutato? A volte sì. Però i trofei di squadra hanno un peso diverso. Anche Inzaghi sottovalutato? Secondo me sì. Il suo segreto è che continua a volte a pensare come un calciatore, quindi ci capisce tantissimo e vive le cose come noi. Per me poi la fortuna è doppia, perché lui è stato attaccante e quindi mi lascia la testa libera e il sorriso. Sono cose molto positive. Io con Conte ho imparato tantissimo e lo ringrazio. Con Inzaghi sento di essere cresciuto a livello altissimo".