Lautaro e Lukaku tradiscono Conte contro la Juventus: così, la Coppa Italia è volata via
L'Inter saluta anche la Coppa Italia e così, dopo l'eliminazione invernale in Champions League già a febbraio non resta che lo scudetto. Un obiettivo che non solo diventa primario e sensibile ma decisamente necessario per ridare un senso ad una annata altrimenti fallimentare. Contro la Juventus nel match di ritorno all'Allianz Stadium è sfumata la ‘partita perfetta' richiesta da Antonio Conte, tradito dai suoi uomini più importati, in primis la coppia gol Lukaku-Lautaro mai entrata realmente in partita.
Diciotto tiri verso la porta difesa da Buffon, ma solo 4 nello specchio: questo è il dato con cui si riassume Juventus-Inter di martedì sera che ha consegnato l'accesso alla finale ai bianconeri di Pirlo. E se si considera che tra i migliori in campo in nerazzurro c'è stato Samir Handanovic è evidente che ci sia stato più di qualcosa che non sia andata per il verso giusto. Serviva il furore agonistico, la lucidità di chi sa che può farcela, la determinazione fino al 90′. E' mancato tutto, ma soprattutto il supporto del duo offensivo sul quale si è costruito il piano tecnico.
La grande generosità di Lautaro non è servita: l'argentino ha corso per due, si è prodigato in rientri e ripartenze, ha cercato anche il rigore (che non c'era) ma ha anche sbagliato moltissimo. Ha sprecato tutto in un paio di occasioni in chi avrebbe potuto punire la Juventus, imperfetta in fase difensiva e nella costruzione iniziale della manovra. Poco lucido, troppo ansioso di concludere, il ‘Toro' è rimasto imbrigliato nell'arena bianconera e per una sera ha mancato l'appuntamento con una rete che avrebbe potuto riaccendere match e qualificazione.
Lo stesso dicasi per Lukaku, ancor peggio e più avulso del compagno di reparto. Se Lautaro si è almeno distinto per la voglia di lottare, il gigante belga non è mai riuscito a impensierire la difesa della Juventus che mancava di due colossi assoluti come Bonucci e Chiellini. Ma De Ligt è apparso un veterano di lunga data, mordendo le caviglie del colosso nerazzurro, incapace di gestire i pochi palloni disponibili. Ne è nata l'ennesima prestazione incolore e il ritorno di antichi dubbi sulle reali potenzialità decisive dell'attaccante voluto da Conte che, quando i gol pesano, troppo spesso si gira dalla parte opposta.