Lautaro a Che Tempo Che Fa, spiazzato in tv dalla domanda della moglie Agustina: è impacciato nella risposta
Lautaro Martinez è stato ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa. "È la prima volta in un talk show", confessa appena arriva in diretta. Ha le mani in tasca, sorride, è un po' imbarazzato. Lo chiamato il ‘toro' per il modo in cui interpreta il ruolo di attaccante in campo ma lì, seduto sulla poltrona, con la telecamere puntata addosso è un'altra storia. L'argentino parla di tutto, è musica per le orecchie degli interisti quando ribadisce di essere orgoglioso per essere considerato "una bandiera. Da quando sono arrivato mi hanno sempre trattato in maniera speciale. Sono molto grato per questo. Nel calcio non si sa mai cosa succede, ma io sono sicuro che a Milano sto benissimo e che la mia volontà è quella di rinnovare".
In studio c'è anche sua moglie, Agustina, a cui il conduttore dà il microfono in un paio di occasioni per strapparle qualcosa su Lautaro che pochi conoscono, quello della dimensione familiare. Conferma la sua ossessione quasi maniacale per l'ordine e come sia cambiato nel corso del tempo. "Prima non sorrideva tanto, è cambiato con i bimbi! È sempre stato serio".
Non è l'unica sortita della consorte a cui Fazio ricorre verso la fine dell'intervista quando lascia che sia lei a fargli la più classica domanda dalle cento pistole. E lì il bomber resta impacciato per qualche attimo, non sa che dire. Almeno, non gli viene subito. Ha bisogno di pensarci per qualche attimo e in quegli istanti di silenzio c'è Fazio che (scherzando) gli fa da suggeritore. Cosa gli ha chiesto Agustina? "Cosa diresti ai nostri figli che ti vedranno tra 5 anni in questa puntata?". Quesito facile facile, eppure il toro non carica. Poi trova le parole giuste: "Direi che all’inizio ero nervoso… che li amo tanto e che questa puntata è dedicata a loro!".
Lo scudetto, la vittoria nel derby, la Champions. C'è un filo rosso che lega l'avventura vincente dell'Inter che parte dalla ‘sconfitta' (non è un paradosso) in finale col Manchester City. Poi c'è questa stagione straordinaria culminata con il trionfo contro i rossoneri. Lautaro lo descrive così.
"Dal momento in cui i calcoli si facevano per vincere lo scudetto in quella data, per noi era diventata una cosa importante, bella e speciale. Vincere lo scudetto in quel modo, a casa loro, contro di loro. Perché dico loro e non Milan? Vabbè l'hai nominati tu".
E aggiunge un altro dettaglio dell'immediata vigilia di quell'incontro che ha cucito la seconda stella sulla maglia dei nerazzurri. "La mattina del derby siamo usciti per allenarci sotto la pioggia, siamo stati un'ora e mezza a provare le palle inattive, uscite dal basso, pulendo tutti i dettagli. Abbiamo sofferto due anni fa quando ha vinto lo Scudetto il Milan. E ci siamo rifatti".
Una battuta arriva anche sulla finale di Champions persa l'anno scorso contro la squadra di Guardiola: "Abbiamo fatto un cammino straordinario, ci sono dei giocatori, dei valori fortissimi. Non è facile arrivare in finale, ma noi abbiamo fatto fin dall'inizio ottime partite, e siamo arrivati lì". E gli ritorna in mente il Milan… "Il gol più importante? Contro di loro in semifinale di Champions".