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L’audio Whatsapp di Verratti con gli ordini dal PSG: “Mi hanno chiamato e hanno fatto un macello”

Nel 2017 il centrocampista sembrava destinato al Barcellona, e poi il clamoroso dietrofront. L’ex agente di Verratti Di Campli ha svelato come il PSG abbia fatto pressioni sul giocatore.
A cura di Marco Beltrami
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C'è grande curiosità intorno al Mondiale in Qatar, e non mancano certo le polemiche su questa insolita rassegna iridata "invernale". Uno dei volti noti del torneo è senza dubbio Nasser Al-Khelaïfi, potentissimo presidente del Paris Saint-Germain e braccio destro dell'emiro qatariota Tamim bin Hamad Al Thani. La loro influenza nel mondo del pallone è notevole, come confermato proprio dall'assegnazione del Mondiale al piccolo Paese del Medio Oriente. Questo argomento è oggetto di un'inchiesta da parte della popolare trasmissione televisiva Rai Report, che è tornata anche sul caso legato alla permanenza di Marco Verratti al PSG.

Nel 2017 infatti il centrocampista della Nazionale italiana sembrava pronto a trasferirsi al Barcellona. Subito dopo ecco il clamoroso dietrofront e l'altrettanto sorprendente rottura con il suo storico agente Donato Di Campli reo di essersi esposto sul possibile addio ai Bleus. Quest'ultimo già in un'intervista ai nostri microfoni diede la sua versione dei fatti, sottolineando il comportamento proprio del PSG a fronte di un'offerta da 100 milioni da parte dei blaugrana: "Lui è stato ricattato dal PSG e minacciato di essere messo fuori rosa se avesse continuato a chiedere la cessione. Questo perché la proprietà non ha bisogno di denaro, per loro cento milioni sono spiccioli, e gli hanno detto di accantonarmi. Poi sono venuti da me a dirmi che non volevano più comunicare con me, suggerendogli di cambiare agente". 

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A distanza di più di un anno, Di Campli è tornato a parlare ai microfoni di Report, svelando altri particolari sulla vicenda con tanto di prove a testimoniare le pressioni del club e in particolare proprio di Al-Khelaifi: "Il presidente mi disse molto chiaramente che se io non smettevo questa trattativa, Marco mi avrebbe lasciato". Quando parla il numero uno dei Bleus, in sostanza per Di Campli parla l'Emiro: "Al-Khelaifi è l’Emiro, è la fotocopia dell’Emiro. Parla in nome e per conto dell’Emiro".

A sostegno Di Campli ha fatto sentire proprio il messaggio audio in cui Verratti conferma di aver ricevuto indicazioni sul come comportarsi dai vertici della società: "Mi ha chiamato adesso il direttore sportivo e Nasser sopra, mi hanno unilateralmente detto che dopo l’allenamento devo fare per forza un’intervista dicendo che non ero d’accordo con le tue parole e hanno fatto un macello comunque. Quindi non so… è successo questo".

Verratti e Al Khelaifi
Verratti e Al Khelaifi

Ed ecco che al ritorno delle vacanze, arriva l'intervista in cui Verratti smentisce pubblicamente Di Campli e di fatto chiude anche al Barcellona. Oltre a rinnegare le sue ambizioni, il calciatore addossa le colpe al suo agente: "Sono stati dei giorni difficili, ho visto questa mattina un’altra dichiarazione del mio agente voglio dire a tutti che non è il mio pensiero, non sono le mie parole. Io so che il club ha ancora fiducia in me e vorrei ancora una volta chiedere scusa". 

Dunque Verratti sarebbe stato obbligato a restare, con evidenti pressioni? Di Campli non ha dubbi: "Ne ho certezza. Prima di questa intervista Marco è stato chiuso dentro una stanza e obbligato a fare questa intervista tanto si vede in maniera talmente chiara. Io lo conosco perfettamente, non avrebbe mai fatto una cosa del genere senza una pressione del genere". E infatti solo pochi giorni prima a detta dell'ex procuratore, il suo assistito aveva inviato questo messaggio ad Al Khelaifi: "Buongiorno direttore come va? Lo so che avete parlato con il Barcellona e detto no al mio trasferimento, oggi il mio desiderio è quello di provare nuove avventure e la squadra per cui voglio giocare è il Barcellona. Spero che possiamo trovare una soluzione, grazie e buona giornata".

Insomma la potenza di Nasser Al-Khelaifi sembra smisurata, e Di Campli non può non sottolineare il legame tra PSG e i Mondiali: "Si sono fatti convincere dicendo che avrebbero acquistato Neymar e così è stato, hanno pagato la clausola e l’hanno preso. Collegamenti tra il PSG e i Mondiali? Chiaramente io credo che sia lo sdoganamento del Qatar verso l’Europa, un modo di comunicare della loro potenza, perché di questo si tratta. Loro pensano di poter comprare assolutamente tutto".

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