L’Atalanta vince a San Siro, Milan fuori anche dalla Coppa Italia: in semifinale ‘dea’ contro Fiorentina
L'Atalanta batte il Milan a San Siro (1-2) con una doppietta di Koopomeiners e si qualifica per la semifinale di Coppa Italia dove incrocerà la Fiorentina. Uno-due micidiale piazzato in rimonta dopo il gol del vantaggio realizzato da Leao alla fine del primo tempo. Nemmeno il tempo di gioire che l'olandese riacciuffa subito il risultato.
Episodi. Sono quelli che, nel bene e nel male, determinano l'andamento del match. Tutti casi da moviola che hanno alimentato proteste, discussioni accese in campo, cartellini rossi (ne prende uno per doppia ammonizione Gasperini) e la sensazione di smarrimento dinanzi a metro di valutazione adottato dal direttore di gara, Di Bello.
Il primo capita a pochi passi da Maignan. De Roon sbatte in maniera violenta contro Gabbia: è stato sbilanciato da un tocco di Reijnders che, alle spalle, sembra dargli una spinta. Per l'arbitro non c'è intervento falloso (che non sarà oggetto di revisione), il tecnico della ‘dea' esplode di rabbia e chiede la massima punizione ma andrà via imprecando dopo la doppia sanzione ricevuta in meno di un minuto.
Urla Gasp, si lamenta anche il ‘diavolo'. Lo fa in occasione del decisionismo di Di Bello sul contatto tra Jimenez e Miranchuk: il giovane difensore rossonero viene puntato dall'avversario e superato in velocità, allunga la gamba, prende palla e gamba (c'è il tocco col ginocchio). I compagni di squadra si fanno sentire (Theo Hernandez sarà ammonito) ma il fischietto non vuole sentir ragioni. Per lui è rigore netto. È sicuro di sé, anche in questo caso non ha bisogno dell'ausilio della on-field-review per verificare cosa è accaduto effettivamente.
Obiezioni a parte, il dato di fatto a giudicare da quanto visto è che la ‘dea' ha interpretato alla perfezione il copione che più le è congeniale: non ha mai mollato, ha avuto grande capacità di reazione, s'è aggrappata alle sue certezze e anche quando il Milan (soprattutto nel finale) ha alzato la densità del pressing non ha mai fatto le barricate. Anzi, i cambi (gli ingressi di Scamacca e poi Muriel) hanno messo in evidenza la personalità e la volontà di giocarsi tutto, nulla lasciando agli avversari, provando a sferrare il colpo del definitivo ko con lucidità. Non ci riuscirà ma otterrà quel che voleva: passa a San Siro, va in semifinale.