L’Atalanta ha spazzato via il Milan: Pioli ha fatto peggio di Giampaolo
Uno scoglio non può arginare il mare. Lo sapeva Lucio Battisti, lo scopre il Milan che, nella parte dello scoglio, esce travolto dalla marea dell'Atalanta oggi in maglia verde per un'iniziativa benefica natalizia. Il 5-0 è lo specchio di una superiorità totale, che si traduce nei 408 passaggi, nel doppio degli appoggi riusciti negli ultimi 30 metri, in un impietoso bilancio di 17 tiri complessivi a 7. L'Atalanta ha quattro giocatori con più di 40 passaggi riusciti, il Milan appena due sopra i 30 (Musacchio e Bennacer). Il "Papu" Gomez, Ilicic, Pasalic hanno illuminato il gioco della squadra di Gasperini: una macchina praticamente perfetta.
Il Milan, che non tira mai in porta per 90 minuti, va sempre peggio. Nelle dieci giornate con il Milan, Pioli ha raccolto 12 punti: 1,2 a partita. Ha fatto peggio di Giampaolo, che ne aveva collezionati nove nelle sette partite prima dell'esonero (1,28 di media).
Formazioni: fuori Piatek e Muriel
Due le esclusioni importanti in attacco. Gasperini sceglie Gomez e Malinovski alle spalle di Ilicic: Muriel parte in panchina. Pioli conferma la fiducia a Leão al posto di Piatek, con Suso e Calhanoglu ai lati. Rodriguez torna titolare per la squalifica di Theo Hernandez.
Atalanta show, la sblocca Gomez
Ilicic va subito a sfidare Kessie, rientrando da sinistra, e Donnarumma (destro a giro, bella parata). L'Atalanta pressa alta, Gosens e Malinovski, che gioca da trequartista, alimentano subito la manovra dell'Atalanta che porta tanti uomini nella zona della palla e nei primi minuti cerca spesso l'imbucata veloce alle spalle di Kessie, dal lato dell'ex Conti, attraverso triangoli stretti e scambi veloci sulla fascia.
E proprio da quella parte nasce il gran gol del "Papu" Gomez che parte sulla linea laterale, rientra verso il centro dal lato corto dell'area e incrocia sotto la traversa. Anche in questa circostanza, la superiorità numerica che l'Atalanta riesce a generare con la maggiore aggressività sulle seconde palle ha evidenti e decisivi effetti collaterali. Conti infatti temporeggia quando Gomez aggancia sulla linea laterale, preoccupato di uscire sull'uomo e scoprire il corridoio di mezzo: una scelta che, visto l'esito dell'uno contro uno, si rivelerà cruciale.
Pressing alto, triangoli continui: è dominio Atalanta
L'Atalanta in avvio scherma anche bene le linee di passaggio, così impedisce al Milan di uscire dalla difesa palla a terra. E arrivano prima su palle perse o contese in mezzo. I rossoneri, nel primo quarto d'ora, si limitano a un accenno di contropiede, un 3 contro 3 vanificato presto. Il Milan continua a fare una grandissima fatica a chiudere gli spazi, a impedire le trame veloci dell'Atalanta che invece va troppo facilmente al tiro: Pasalic al 16′ scheggia la traversa e sfiora il gol dell'ex.
Pioli non è contento di Musacchio, che dovrebbe andare a chiudere su Gomez ma troppo spesso perde la posizione e costringe Conti a scalare, disequilibrando in questo modo l'allineamento difensivo. L'Atalanta comanda e si diverte, occupa meglio il campo, mette i rossoneri nelle condizioni di giocare di fretta, di liberarsi velocemente del pallone: aumenta la frenesia, diminuisce la lucidità. E di un maggior tempo per pensare avrebbe bisogno il Milan: lo dimostra al 24′ la verticalizzazione di Calhanoglu, che si concede il lusso di alzare la testa e vedere il taglio verso l'area di Suso.
Dietro, l'Atalanta non teme la parità numerica: i tre difensori seguono i tre attaccanti, anche se la marcatura non è a uomo. Leao, molto mobile, non mette pressione, non forza i difensori ad abbassarsi, e questo non favorisce le possibilità offensive della squadra di Pioli, penalizzata anche dall'imprecisione nelle scelte e nella misura dei passaggi di Bennacer.
Lo scenario della partita non cambia, il Milan fatica a costruire, a risalire il campo. L'Atalanta è corta e aggressiva in fase di non possesso, e i risultati si vedono: nel primo tempo nessun giocatore rossonero raggiunge i 20 passaggi completati.
Ko tecnico nella ripresa
Nel secondo tempo, Calabria entra per Rodriguez, Gasperini cambia leggermente le carte spostando Malinovski (che riceve 34 passaggi nei primi 70 minuti) da prima punta di movimento e allarga il Papu più dichiaratamente a sinistra. L'ucraino si infila alle spalle dei difensori e conclude alto dal limite, in un'ulteriore dimostrazione dell'incapacità del Milan di coprire tra le linee, di arginare i movimenti senza palla degli avversari.
L'Atalanta gestisce il tempo e lo spazio, fa praticamente quel che vuole. Pioli mette Piatek, ma in campo aperto il Milan va ko in un paio di minuti. Il raddoppio matura con il tiro a giro di Gosens, servito da un preciso cambio di gioco, appena deviato dall'ex Pasalic che non esulta. Poi l'ondata atalantina si spinge ancora più in là: tris di Ilicic, sempre in campo aperto, e il Milan affonda.
L'Atalanta si difende in pressing, in avanti, nella metà campo del Milan. Il controllo è totale, il pubblico scandisce con gli "olé" ogni passaggio riuscito in questa rete con cui spostano il pallone da destra a sinistra per poi liberare uno dei tre davanti. Senza fretta, ma senza mai una pausa, un'incertezza, un ripensamento.
Al Milan mancano grinta, personalità, orgoglio. I difensori non escono sull'uomo, aspettano l'inevitabile, temporeggiano senza chiudere le linee di tiro, senza ostacolare gli avversari. Ilicic, ispiratissimo, inventa il gol della partita per regalarsi la doppietta a pochi giorno da Natale: un tiro perfetto, a giro, sotto l'incrocio. Gioco, partita, incontro, poker servito. E' il timbro su un'esibizione di totale superiorità, concluso poi da Muriel che entra e partecipa alla festa.