L’assurdo calendario della Serie A senza contemporaneità minaccia la regolarità del campionato
È successo alla 36a giornata, si ripeterà anche alla 37a di Serie A. Il tema della mancata contemporaneità delle partite di campionato che coinvolgono squadre in lotta per gli stessi obiettivi (siano lo scudetto, la salvezza o piazzamenti per l'Europa) si accende ancora una volta in questo finale di stagione dove Milan e Inter in vetta oppure Salernitana, Cagliari, Genoa e Venezia in zona retrocessione sono raccolte in un fazzoletto di punti. Questione di equilibri molto delicati che possono fare la differenza in un momento saliente dove pressione psicologica, necessità di fare risultato, consapevolezza del risultato dei diretti avversari rischiano di sbilanciare la contesa. Una competizione che non garantisce a tutti le stesse condizioni, è una competizione che crea uno scenario di alterazione della normale regolarità del campionato.
Una riflessione di buon senso comporta alcune domande spontanee e altrettanto ragionevoli. La partita Cagliari-Inter è fissata in calendario per domenica, 15 maggio, alle ore 20:45. La squadra di Simone Inzaghi ci arriverà dopo aver disputato la finale di Coppa Italia contro la Juventus (11 maggio, ore 21:00). Perché non far giocare anche Milan-Atalanta alla stessa ora invece delle 18:00? E, visto che nessuna di esse ha impegni infrasettimanali, perché non farlo anche per le formazioni che lottano per evitare la Serie B? Oltre ai sardi, ci sono anche i casi di Salernitana (sabato 14 maggio, ore 15:00, a Empoli), Venezia (sabato 14 maggio a Roma ma alle 20:45) mentre il Genoa è di scena al Maradona a 24 ore di distanza (domenica 15 maggio, ore 15:00).
Quanto può spostare giocare oppure no determinati incontri nello stesso momento? È il dilemma che insiste sull'interpretazione del peso psicologico sbilenco di trovarsi sul rettangolo verde prima o dopo dell'avversario. Tanto per fare un esempio, alla luce delle date e degli orari attuali, l'Inter che va in campo dopo il Milan rischia di ritrovarsi di fronte un Cagliari più motivato dalle ipotetiche sconfitte di Salernitana e Genoa o, viceversa, innervosito e un po' scoraggiato in caso di vittorie ottenute da granata e Grifone.
Per lo stesso Cagliari un conto è misurarsi con un'Inter che – complice il successo del Milan con l'Atalanta – scivola a -5 in classifica, un altro ancora è un'Inter che sa di poter approfittare di un eventuale passo falso dei rossoneri. Ribaltando la lente d'ingrandimento, la stessa Salernitana storce il muso dinanzi alla prospettiva di essere addirittura la rima ad andare in campo tra le squadre in lizza per la salvezza o il Milan in chiave scudetto.
Perché la Serie A non gioca in contemporanea alla 37ª giornata
Questa situazione anomala durerà ancora lo spazio di un turno, considerato che al 38° e ultimo turno la contemporaneità di giorno e orario è già indicata da regolamento e accordi presi in sede di bando relativo ai diritti televisivi. "Come da regola generale – si legge – è previsto che tutte le gare dell'ultima giornata di ciascuna stagione sportiva si disputino in contemporanea alle ore 20:45 di domenica o, in alternativa, in più blocchi garantendo comunque che in ognuno di questi giochino le squadre impegnate nei medesimi obiettivi sportivi".
Una settimana fa era intervenuto sull'argomento l'amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo, ribadendo come non fosse in agenda alcuna discussione sulla contemporaneità per Milan e Inter nelle ultime tre gare di campionato: "Siamo persone ragionevoli e capiamo le discussioni, ma facciamo parte di un modello economico con delle regole, per mettere più pubblici possibili in condizione di vedere le partite. È stato deciso anni fa che l'ultima giornata si giochi in contemporanea, se necessario. Ed è uguale a quello che avviene all'estero, il modello economico è uguale per tutti".