L’assist di Modric arriva dal futuro: ha visto uno spazio che per gli altri neanche esisteva
Luka Modric sapeva già cosa sarebbe accaduto. Era come se nella sua testa, davanti agli occhi, ci fosse già l'istante successivo. Come se il tempo per il talento croato scorresse a una velocità diversa. Come se potesse vedere in anticipo dove sarebbe arrivata la palla calibrata con quella traiettoria perfetta e deliziosa. Come se Rodrygo per lui fosse già lì, a un passo da Mendy, nel cuore dell'area di rigore del Chelsea per battere al volo e acciuffare per i capelli un match che sembrava perso. Pensiero e azione, il resto è tutto nella classe innata del giocatore che, nella serata opaca di Benzema (solo una traversa poi è rientrato nel cono d'ombra salvo esplodere nei supplementari con un guizzo di testa), estrae dal cilindro un colpo magico.
Interno Bernabeu, esterno collo. E poi ci sono quelli che – racconta Soriano – creano un nuovo spazio dove non avrebbe dovuto esserci nessuno spazio. Questi sono i profeti. I poeti del gioco tra cui c'è Luka. L'effetto speciale fa strabuzzare gli occhi ai tifosi spagnoli passati dallo sconforto alla speranza nel giro di pochi minuti. La rete di Werner è un cazzotto nello stomaco, di quelli che ti mandano al tappeto oppure ti lasciano piegato in due. Il tedesco riceve palla, ha la freddezza nel controllo e nel dribbling poi la mette laddove nemmeno le mani e le braccia grandi di Courtois possono arrivare. È finita? No. Niente affatto. Un vecchio adagio del calcio recita che "non è mai finita finché non è finita".
Ci pensa Modric a fare un viaggio nel tempo e a prolungare la sfida. Lui sa già tutto… lo vedi che avanza a testa alta e ha lo sguardo fisso verso il punto esatto in cui la storia del match cambia ancora. Ha visto un'opportunità laddove c'era il nulla. Ha acceso la luce laddove c'era buio e s'è fiondato Rodrygo, in quello spazio che nemmeno sembrava esistere. Ha deciso di metterla lì, su quell'unica zolla alla quale s'è aggrappato l'attaccante inserito da Ancelotti nella ripresa. Scelta dei tempi, forza del tiro, postura, posizione del piede: tutto "semplicemente" perfetto. "Ho visto Rodrygo che si smarcava, l'importante era segnare – dice Modric con un filo di voce a fine match -. Non era facile ma ha fatto un bel gol che ha cambiato la nostra partita". Chapeau.
Numeri straordinari, pure contano: 109 tocchi, precisione di tiro al 100%, precisione di passaggio dell'86% (65 passaggi completati), 7 duelli vinti e 1 assist stellare. Da manuale del calcio. Da campione vero che, con personalità e grande tecnica, si carica sulle spalle la squadra e con una giocata la porta oltre i confini del mare.