Lasciò il campo dopo gli insulti razzisti, ora Omar Daffe lavorerà per la Lega Serie A
Il suo gesto ha fatto il giro del mondo. Omar Daffe portiere dell'Agazzanese, formazione che milita in Eccellenza, decise di abbandonare il campo durante una partita dopo aver ricevuto insulti razzisti dalla tribuna. Il 38enne senegalese che volle dare un segnale forte, ricevendo anche la solidarietà della sua squadra che lo seguì negli spogliatoi, ora potrà guidare la battaglia contro ogni forma di discriminazione. Il tutto grazie al lavoro offertogli dalla Lega Serie A, che lo ha assunto come responsabile dello staff dell’Ufficio Antirazzismo.
Chi è Omar Daffe, il portiere senegalese che lasciò il campo dopo gli insulti razzisti
Omar Daffe era a difesa dei pali dell'Agazzanese nel match contro la Bagnolese dello scorso novembre, valido per il campionato di Eccellenza emiliana, quando venne preso di mira dai tifosi avversari. I beceri insulti razzisti ricevuti, spinsero l'estremo difensore ha togliersi i guanti e ad abbandonare il terreno di gioco in segno di protesta. La sua squadra in segno di solidarietà decise dunque di seguirlo negli spogliatoi, spingendo l'arbitro ad interrompere la partita. Inevitabile a quel punto l'applicazione delle norme da parte del direttore di gara che squalificò per una giornata Daffe, con partita persa a tavolino e punto di penalizzazione all'Agazzanese.
Omar Daffe lavorerà per l'Ufficio Antirazzismo della Lega Serie A
"Se le persone per bene cacciassero gli stupidi si vincerebbe il razzismo", dichiarò subito Daffe che in questi mesi ha raccontato la sua storia anche in televisione. Adesso il portiere senegalese potrà lavorare in maniera concreta per cercare di eliminare ogni becera discriminazione dagli stadi e non solo. Il 38enne infatti è stato assunto a Milano come responsabile dello staff dell’Ufficio Antirazzismo della Lega Nazionale Professionisti di Serie A. Queste le sue parole riportate dal Resto del Carlino: "Cercheremo di studiare i modelli stranieri Ad esempio, in Inghilterra quando ci sono gesti discriminatori ti prendono e ti portano via. Chi lo fa rischia pure il posto di lavoro".