L’arma segreta del Bodo/Glimt: l’ex pilota di aerei militari che non sapeva le regole del calcio
L'incubo ricorrente di Roma e dei tifosi della Roma è il Bodo/Glimt. Nessuno si sarebbe mai immaginato a inizio stagione che i giallorossi, con Mourinho in panchina, e con una strada apparentemente spianata in Conference League essendo una delle squadre migliori del torneo, si sarebbero poi dovuti arrendere più volte alla piccola compagine norvegese. Il 6-1 dello scorso ottobre subito dalla Roma in casa del Bodo, è stata una mazzata tremenda per la squadra della lupa. L'andata della fase a gironi ha messo in evidenza degli avversari forti e organizzati che al ritorno all'Olimpico hanno strappato un 2-2. La sorte ha voluto che ai quarti di finale di Conference League la Roma pescasse ancora una volta il Bodo/Glimt sulla sua strada.
L'andata in Norvegia è terminata come peggio non si poteva immaginare. La Roma perde 2-1 subendo così ben 10 gol in tre gare totali, ma soprattutto deve fare i conti con il caos creatosi negli spogliatoi che avrebbe portato all'aggressione dell'allenatore della squadra norvegese Kjetil Knutsen nei confronti del preparatore dei portieri giallorosso, Nuno Santos. Insomma, per la Roma il Bodo/Glimt è diventato una sorta di incubo. Una squadra organizzata che adesso i capitolini affronteranno nell'ultima sfida di questa stagione nella gara di ritorno di oggi, giovedì 14 aprile. Nessuno si riesce a spiegare la forza di questa squadra che però nasconde un segreto oltre a una solidità tattica. Il Bodo/Glimt è infatti costantemente seguito da Bjorn Mannsverk, ovvero il mental coach della squadra ed ex pilota d'aerei militari.
Mannsverk è un'autentica sorpresa. Nella sua vita non ha mai amato il calcio ("alcuni giocatori mi hanno anche dovuto spiegare alcune regole") e infatti era un pilota dell'esercito norvegese che nella sua vita a bordo del suo F-15, ha svolto missioni in Libia, Eritrea e Afghanistan. Da ex pilota della Royal Norwegian Air Force al calcio, ma come? Mannsverk nel 2010 aveva aderito a un programma di preparazione mentale per atleti di alto livello. Dopo briefing, incontri e convention, nel 2016 il Bodø/Glimt è stato retrocesso in seconda divisione e cercava qualcuno in questo settore. "Mi hanno chiesto cosa stessi facendo – ha raccontato in un'intervista rilasciata a ‘Sofoot.com' – Dalla primavera 2017 ho collaborato con loro. Non l'avevo mai fatto prima". Il mental coach dei norvegesi punta tutto su un aspetto fondamentale nel corso delle sedute personalizzate con i giocatori della durata di un'ora/un'ora e mezza. "Le persone hanno paura di sbagliare – ha spiegato – Io insegno ai giocatori ad amare gli errori".
Da quel momento inizierà un rapporto di lavoro autentico che porterà Bjorn ad essere parte integrante della strategia di crescita del Bodo. Da ‘squadra ascensore' (denominata così poiché ad ogni promozione seguiva sempre una retrocessione ndr) a mina vagante della Conference League e incubo della Roma di Mourinho. "Ogni settimana faccio sessioni individuali di mezz’ora con tutti i giocatori – ha raccontato a ‘Cronache di spogliatoio' – Quando ero giovane pensavo al risultato, ora focalizzo tutto sulle performance". La parola chiave è leadership anche se gli incontri devono essere centellinati: "Se ci sono incontri troppo frequenti, non si lascia che il giocatore “viva” cose nuove".
La scelta della società è stata dunque azzeccata dato che la scorsa stagione il Bodø/Glimt ha ottenuto risultati eccezionali in campionato. La squadra è stata incoronata campione di Norvegia prima nel 2020 con un vantaggio di trenta punti e un attacco esplosivo da 103 gol segnati in 30 partita e poi nel 2021. Oggi sogna la conquista di un titolo europeo che sarebbe il completamento di un percorso e soprattutto una vittoria doppia per il Bodo che con Mannsverk ha letteralmente trovato il suo punto di forza.