video suggerito
video suggerito

L’arma nascosta del Real Madrid nella finale di Champions, il Metodo Pintus: “A volte mi odiano”

Il Real Madrid quest’anno va a mille all’ora grazie soprattutto a una figura che agisce nell’ombra di Ancelotti ma fa molto la differenza. Stiamo parlando di un preparatore atletico che vanta innumerevoli successi in carriera: il suo metodo è diventato famosissimo.
A cura di Enrico Scoccimarro
1.865 CONDIVISIONI
Immagine

Esistono diverse componenti che portano alla vittoria nello sport. Una di quelle fondamentali, se non la più importante in assoluto, è la condizione fisica. Per tutti gli atleti, anche per quelli con maggior talento, non essere al top dello stato fisico è la prima causa degli insuccessi. Se stringiamo il campo al calcio, il principio cambia poco. Non sarà infatti un caso che, negli ultimi anni, in Europa stanno trionfando squadre inglesi o spagnole: i ritmi nei loro campionati sono molto più alti e, di conseguenza, è richiesto ai calciatori una condizione fisica straripante per competere con tutti. Proprio partendo da questo presupposto, capiamo che per fare la differenza nei risultati sul campo c'è un ruolo all'interno di una squadra che diventa punto cardine: il preparatore atletico. Una figura che agisce nell'ombra, dietro i dettami dell'allenatore, ma che con la sua professionalità spinge i calciatori a dare tutto negli allenamenti e perciò ne diventa traino. Nel Real Madrid, che quest'anno è riuscito a vincere la Liga e a qualificarsi in finale di Champions League, questo ruolo è affidato alle competenze di un italiano che fino allo scorso anno era all'Inter nello staff di Antonio Conte (un altro che non fa sconti ai propri giocatori sulla loro condizione atletica). Il suo nome è Antonio Pintus e i suoi metodi sono stati negli anni talmente vincenti che tutt'ora rappresentano un'arma segreta e si riassumono tutti nel cosiddetto "Metodo Pintus".

Per capire chi è il preparatore che sta facendo letteralmente volare il Real Madrid, dobbiamo fare un piccolo salto nella sua carriera: nasce a Torino nel 1962 e inizia a fare questo mestiere nel lontano 1986 nella squadra di Settimo Torinese, un comune nell'area metropolitana del capoluogo piemontese. Ma il suo livello si alza a dismisura dopo cinque anni: viene chiamato da Giovanni Trapattoni nella sua nuova Juventus del 1991/92 e ci rimane fino al '98, anno in cui vola a Londra per lavorare al Chelsea. Da qui, fino ad oggi, è passato poi da Udinese, Monaco, ancora Juventus, West Ham, Marsiglia, Palermo, Sunderland, Real (con Zidane), Inter e ora è di nuovo alla corte dei Blancos. Nella sua carriera, Pintus ha contribuito quindi a numerose vittorie: basti anche solo pensare a quella Juventus che in quegli anni vinse praticamente tutto o al Real delle tre Champions consecutive con Zidane.

Il suo metodo di allenamento è ad altissima intensità: quando il Real ha annunciato il suo ritorno a giugno 2021, molti giocatori hanno tremato, ma poi lo hanno ringraziato e ci hanno condiviso le gioie per i risultati. Lo dimostra chiaramente un video fatto negli spogliatoi dopo la semifinale di ritorno di Champions contro il Manchester City: Luka Modric abbraccia Pintus e lo acclama: "È grazie a lui! – esclama con entusiasmo – È il metodo Pintus!". Il croato, a 36 anni suonati, è stato sempre l'asse, la bussola e il metronomo della squadra: il suo fisico non è più quello di una volta, ma in campo non sembra.

Ma il lavoro di Pintus va ben oltre la prevenzione degli infortuni. Studia meticolosamente, uomo per uomo, i bisogni che la squadra richiede per cercare di raggiungere l'ultimo tratto della stagione in condizioni ottimali. E infatti le Merengues sono arrivate con più benzina a fine stagione: Chelsea, PSG e City lo sanno bene. Altro caso lampante è quello di Benzema: il bomber francese sta vivendo la sua miglior stagione in assoluto in termini di prestazioni e gol decisivi e fisicamente sembra un carro armato.

"Il metodo Pintus si adatta a squadre diverse ed esigenze diverse" spiega lo stesso preparatore, che sa quanto si rende odioso agli occhi dei calciatori durante le sessioni di allenamento, ma sa anche che in fondo gli vogliono tutti bene. "Il mio metodo spinge i giocatori al limite – ammette – ma sempre con rispetto. A volte mi odiano…". Poi l'esperto preparatore racconta come lo stesso presidente Florentino Pérez e il tecnico Ancelotti gli abbiano chiesto di "andarci duro": "Antonio, possiamo dargli del filo da torcere?" gli ha detto Florentino. Re Carlo si era raccomandato a inizio stagione: "Vorrei una squadra con molta intensità". "Non ti preoccupare", risponde il trainer: detto, fatto.

Dopo tutta la sua dedizione e gli estenuanti allenamenti, ora questo Real Madrid non può prescindere da lui. Il suo ritorno nel 2021 è stata quasi una ‘conditio sine qua non' per Ancelotti alla guida della squadra e, se oggi riuscirà a sollevare l'ennesima Champions, sa bene che una buona parte è solo merito del preparatore torinese.

1.865 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views