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L’arbitro Marco Serra deferito per la lite con Mourinho: “Parole inopportune, ingiuriose e offensive”

A distanza di quasi un mese da Cremonese-Roma, il procuratore Chiné spedisce l’arbitro (allora quarto uomo) a giudizio dinanzi al tribunale federale. Una cosa del genere non accadeva dai tempi di Calciopoli.
A cura di Maurizio De Santis
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Il faccia a faccia tra l'arbitro Marco Serra e José Mourinho durante Cremonese-Roma del 28 marzo scorso.
Il faccia a faccia tra l'arbitro Marco Serra e José Mourinho durante Cremonese-Roma del 28 marzo scorso.

Non accadeva dai tempi di Calciopoli che un arbitro fosse deferito davanti al Tribunale Federale. È successo oggi a Marco Serra per quando accaduto il 28 marzo scorso durante la partita Cremonese-Roma. José Mourinho ne denunciò l'atteggiamento sgarbato, la mancanza di rispetto, raccontò la frase che gli venne detta dal fischietto che allora era quarto uomo, gli rinfacciò subito dopo la gara di essere un bugiardo, vuotò il sacco in diretta tv e si disse pronto al confronto con gli inquirenti pur di tutelarsi.

Lo Special One venne squalificato per due giornate, sanzione inizialmente sospesa per l'avvio delle indagini e poi confermata per il dialogo senza peli sulla lingua nello spogliatoio degli arbitri e per il comportamento avuto sul rettangolo verde al momento dell'espulsione, quando urlò al direttore di gara "devi mandare via lui non me".

L'arbitro Marco Serra è stato deferito dalla Procura Figc per l'episodio con José Mourinho.
L'arbitro Marco Serra è stato deferito dalla Procura Figc per l'episodio con José Mourinho.

A quasi un mese di distanza da allora, il procuratore Giuseppe Chiné ha chiuso il caso spedendo a giudizio Serra avendo rilevato un comportamento definito "inopportuno, ingiurioso e finanche offensivo" considerate le parole utilizzate in quel frangente. Al tecnico, che sollevava obiezioni per l'interpretazione dell'arbitro Piccinini a suo dire non corretta di un contrasto tra Tsadjout dei grigiorossi e Kumbulla dei giallortossi, replicò pronunciando la frase divenuta oggetto della discordia e provocò la reazione furibonda del tecnico portoghese.

"Ti stanno prendendo tutti per il c..o. Vai a casa, Vai a casa…", disse Serra che ha visto aggravata la propria posizione anche a causa della mimica e della postura: accompagnò quell'espressione agitando la mano destra e roteando il dito indice.

In buona sostanza, raccolto tutto il materiale, ascoltate le parti, valutata la ricostruzione dei fatti, analizzate le registrazioni video, Chiné non ha potuto fare altro che prendere quel provvedimento. Una situazione che adesso può costare la carriera al direttore di gara, fermato per qualche tempo e poi tornato di recente in campo in Serie B.

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Le motivazioni della decisione presa nei suoi confronti rendono bene l'idea di quanto sia grave la condizione attuale per aver violato "i principi di lealtà, probità e correttezza posti a fondamento dell’ordinamento sportivo", ma anche le disposizioni contenute nel regolamento dell'Aia che prescrivono di "improntare il proprio comportamento al rigoroso rispetto dei principi di lealtà, trasparenza e rettitudine a difesa della credibilità ed immagine dell’Aia". Toccherà adesso al Tribunale federale decidere se sanzionare l'arbitro e in che termini.

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