L’arbitro chiede la maglia a Messi a fine partita ma viene sanzionato: è un gesto imperdonabile
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Un arbitro messicano è finito nei guai a causa di Leo Messi. Ha fatto scalpore la notizia del signor Ortiz Nava che dopo la partita ha chiesto all'argentino di regalargli la sua maglietta: un gesto che va ogni qualsiasi tipo di deontologia e che gli è costato una sanzione, soprattutto perché tutto si è svolto sotto la lente delle telecamere quando le due squadre erano ancora in campo. Non è la prima volta che un direttore di gara chiede la maglietta alla Pulce, ma questa volta il fatto ha creato grande scalpore negli Stati Uniti fino a portare alla sospensione.
Tutto si è svolto dopo il fischio finale di Kansas City-Inter Miami, partita giocata con diversi gradi sotto zero e in condizioni terribili, dove il gelo ha fatto ovviamente da padrone. Messi ha deciso la partita con un gol ma poi è finito al centro della polemica per l'assurda richiesta dell'arbitro che gli si è avvicinato per assicurarsi la sua maglietta una volta rientrati negli spogliatoi.
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L'arbitro è nei guai per aver chiesto la maglia a Messi
La richiesta particolare del signor Ortiz Nava non è passata inosservata ai vertici della CONCACAF che hanno fatto scattare immediatamente la sanzione. Secondo la dichiarazione rilasciata dall'organo di controllo "si è avvicinato al giocatore per chiedere un autografo per un familiare con esigenze speciali". Questo però non basta a giustificarlo per un gesto che viola pienamente il codice di condotta: l'arbitro ha raggiunto Messi dopo la fine della partita e gli ha chiesto platealmente di poter avere la sua maglietta, davanti alle telecamere e a tantissimi testimoni.
Il gesto, per quanto possa sembrare innocente, viola completamente il codice di condotta della Confederazione per gli ufficiali di gara che vieta questo tipo di richieste ai calciatori. Il fischietto è stato incastrato perché Messi poi ha effettivamente dato la sua maglia a Ortiz Nava che è tornato a casa con il prezioso cimelio, uno dei più richiesti al mondo. Nelle dichiarazioni della CONCACAF si legge che il direttore di gara "ha riconosciuto il suo errore, si è scusato per l'incidente e ha accettato l'azione disciplinare applicata dalla CONCACAF", ma non viene mai specificata la sanzione che gli è stata inflitta.