L’appello disperato dei calciatori brasiliani in Ucraina barricati in hotel: “Riportateci a casa”
La guerra scatenata in Ucraina dall'attacco della Russia ha mandato il Paese nel caos. Milioni di ucraini, dopo i primi bombardamenti, si sono riversati nelle strade per cercare di raggiungere la Polonia e mettersi al riparo dall'offensiva militare russa. Con gli aeroporti chiusi e le principali vie di comunicazione bloccate, i tanti cittadini stranieri presenti in Ucraina sono di fatto rimasti bloccati in quello che è diventato un vero e proprio teatro di scontri bellici. Tra questi anche chi lavora nel mondo del calcio ucraino.
Così come il tecnico Roberto De Zerbi e il suo staff composto da altri otto italiani, con il campionato di calcio sospeso solo dopo i primi bombardamenti, anche i tanti calciatori brasiliani che militano nelle due squadre principali del Paese nonché rivali, la Dinamo Kiev e lo Shakhtar Donetsk, si sono rifugiati all'interno di un hotel di Kiev nei pressi del quale si sono sentite diverse esplosioni. Ed è proprio dall'albergo situato nella periferia della capitale ucraina che hanno lanciato un disperato appello al Governo del Brasile affinché si mobilitino immediatamente per riportare loro e rispettive famiglie a casa.
Il grido d'aiuto dei calciatori arriva attraverso un video nel quale si vedono i calciatori Dodô, Vitão, Marlon Santos, Ismaily, Maycon, Marcos António, Alan Patrick, David Neres, Dentinho, Tetê, Pedrinho, Fernando e Vitinho, insieme alle loro mogli e ai loro figli, riuniti in quella che sembra essere la hall dell'hotel lanciano un disperato appello al governo Bolsonaro: "Siamo rinchiusi in un hotel. La situazione è disperata. Riportateci a casa" è parte del disperato messaggio lanciato dai calciatori brasiliani di Shakhtar e Dinamo rimasti bloccati a Kiev dopo i primi bombardamenti da parte dell'esercito russo.
Il video è stato inviato tramite whatsapp al giornalista Arthur Quezada dall'attaccante Junior Moraes corredato da un'ulteriore appello: "Vi chiedo di condividere questo video in modo che raggiunga il governo brasiliano. I confini sono chiusi, anche le banche, non c'è carburante, non ci sarà cibo, non ci sono soldi. Siamo riuniti in attesa di un piano per lasciare l'Ucraina. Aiutateci a tornare a casa!" le parole del 34enne calciatore dello Shakhtar Donetsk che dal 2019 è stato naturalizzato ucraino.