L’appello di Adani a Milano per Italia-Ucraina: “Non fischiate Donnarumma, hanno bisogno di amore”
L'Italia di Luciano Spalletti è già spalle al muro nel girone di qualificazione ai prossimi europei, dopo il deludente pareggio in Macedonia di sabato scorso. Il successore di Mancini, insediatosi in un momento delicatissimo vista la classifica già pericolante del raggruppamento dopo la sconfitta casalinga con l'Inghilterra del marzo scorso, non può ovviamente inventarsi niente in così poco tempo e dunque gli uomini cui sono affidati i destini azzurri sono giocoforza gli stessi della gestione precedente.
Un punto fermo – anzi fermissimo, come ribadito dal Ct azzurro nella conferenza di vigilia di Italia-Ucraina in programma stasera a San Siro – resta Gigio Donnarumma, definito dal tecnico toscano "un ragazzo prodigio", che "viene aspettato al varco per poi andarlo a colpire". Sul 24enne portiere del PSG si sono abbattute parecchie critiche dopo la rete subita su calcio di punizione in Macedonia, che lo ha visto non esente da colpe. Qualcuno aveva ipotizzato un possibile avvicendamento con Vicario, che sta facendo bene al Tottenham dopo l'ottimo rendimento di Empoli, ma Spalletti ha spazzato via i dubbi: "Sarà titolare".
Il match del Meazza porta con sé anche un altro timore per Donnarumma, oltre al possibile contraccolpo psicologico per l'errore di Skopje: i fischi dei milanisti che saranno presenti al Meazza, sulla scia delle precedenti contestazioni al loro ex portiere nelle due precedenti circostanze del ritorno nel suo vecchio stadio.
Un'eventualità che Lele Adani ha cercato di scongiurare con un sentito appello su Instagram: "Stasera c'è Italia-Ucraina a San Siro, una partita più che delicata, io direi già decisiva per il cammino verso l'Europeo. Ma lasciando da parte per un attimo il calcio giocato, parliamo dei comportamenti del calcio. Ragazzi, io invito tutti i 50mila e più che saranno a San Siro a non fischiare né Donnarumma né qualsiasi altro calciatore che veste la maglia azzurra. Anzi virtualmente mettiamoci la maglia e sosteniamoli, perché questi ragazzi hanno bisogno dell'amore, dell'affetto, dell'accompagnamento di un pubblico caloroso che vuole loro bene".
L'opinionista Rai ha fatto anche un altro appello, sempre legato al match di stasera: "Non fischiamo l'inno ucraino. Ragazzi, per favore, un po' di rispetto. Questi ragazzi indossano una maglia che più di sempre è una pelle, per cercare di dare una piccola soddisfazione alla loro gente che soffre così tanto. Mostriamo rispetto, maturità, comprensione, solidarietà".