Lapo Elkann attacca DAZN: “Fa i giochi delle 3 carte a spese dei consumatori”
La novità sugli abbonamenti di DAZN fa discutere. Da metà dicembre la piattaforma in streaming, che si è aggiudicata i diritti per la trasmissione in chiaro del campionato di Serie A (7 partite in esclusiva, altre 3 in coesclusiva con Sky), dovrebbe apportare una modifica sostanziale alla fruizione del servizio per gli abbonati: gli utenti non potranno collegarsi più contemporaneamente da due dispositivi diversi – per effetto di quella che in gergo è chiamata ‘concurrency' – a meno che non lo facciano dallo stesso indirizzo IP. Esempio: sarà possibile guardare il match su due apparecchi che si appoggiano a una rete domestica identica, ma se vi trovate fuori casa l'accesso sarà bloccato.
L'indiscrezione ha sollevato polemiche durissime nei confronti dell'OTT, già nel mirino per la qualità delle immagini e del servizio che spesso ha fatto registrare malfunzionamenti portando alle scuse ufficiali e alla promessa di rimborso. Dietro una decisione del genere c'è una motivazione precisa: contrastare il traffico anomalo, illegale di ingressi allo streaming e stoppare i "furbetti del pezzotto" che sfruttano la condivisione dell'abbonamento.
Ecco perché l'azienda ha optato per la stretta, provando a tutelare – secondo le migliori intenzioni – le famiglie. Una posizione che non convince e viene aspramente criticata. A unirsi al coro è anche Lapo Elkann che in un tweet affonda il colpo su DAZN esprimendo concetti molto forti: "Servizio non ottimo, cambio di termini servizio in corso di campionato. La pirateria si sconfigge con prodotti di qualità, accessibili e facili da utilizzare. Si può guadagnare extra con contenuti premium, non con i giochi delle 3 carte a spese dei consumatori #Daznout".
Il messaggio condiviso sui social fa molto rumore e ha riscosso – com'era prevedibile – consensi da parte dei follower e, più in generale, degli utenti. La protesta rischia di avere anche un risvolto legale: il Codacons ha deciso di presentare un esposto all'Autorità per le comunicazioni (Agcom) e a quella per la concorrenza perché sia verificato la correttezza dell'operato della società (Antitrust) qualora venissero confermate le variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali a stagione in corso e con abbonamenti sottoscritti in precedenza.