Lamine Yamal svela qual è l’avversario più difficile che ha affrontato: la riposta è sorprendente
Per strada, come una volta. Quando chiedono a Lamine Yamal dove ha imparato a giocare e, più ancora, a formare il suo carattere dà una risposta che strappa un mezzo sorriso e lascia a bocca aperta. Se addirittura provano a fargli dire chi è l'avversario più difficile che abbia mai affrontato finora la replica prende in contropiede l'interlocutore. Nemmeno quello più scaltro penserebbe che "giocare contro i cani è la cosa più difficile che puoi fare".
Non c'è alcun doppio senso né riferimento offensivo, solo la pura verità che il "ragazzino"(si fa fatica davvero a chiamare tale uno dei candidati al Pallone d'Oro) snocciola nell'intervista al giornale L'Equipe venuto a vedere da vicino lo strano effetto che fa ritrovarsi di fronte al fenomeno degli Europei che France Football ha inserito nelle nomination del prestigioso premio e, mal che vada, poterà a casa il Trofeo Kopa che si assegna al miglior calciatore under 21.
Giocare al calcio per strada: palestra di vita
La stellina 17enne del Barcellona ha affinato alla "vecchia maniera" la tecnica e la personalità per stare in campo senza timori riverenziali, portando sulle spalle (anche) il peso delle aspettative e della vita che negli ultimi anni è cambiata di colpo. Un conto è essere un giovane talento della Masia, altro è ritrovarsi a gestire una popolarità incredibile, per se stesso e per i familiari. Adesso in mezzo ai grandi ci sta con la testa alta e gli occhi dritti, non ha più bisogno di abbassare lo sguardo. Gli è capitato quando, appena arrivato nello spogliatoio di Xavi, vide sfilare davanti a sé gente come Piqué, Jordi Alba, Pjanic: "Ero un po' imbarazzato a essere lì".
Ma quella sensazione gli è passata in fretta, forte dell'esperienza fatta fin da quando era bambino. "Giocare per strada mi ha fatto sparire la paura di confrontarmi con persone più grandi – ha aggiunto -. Avevo 11 o 12 anni e i miei avversari 20. Questo mi ha fatto perdere la paura, divertirmi e poter giocare contro chiunque".
Avversari insoliti: "Giocare contro un cane è la cosa più difficile che puoi fare"
Palestra di vita e di gioco. Ci ha fatto "il callo" (come si dice in gergo), tanto da non essere del tutto a proprio agio coi pari età perché sentiva di essere già oltre rispetto ai cadetti. "Mi piace sempre quando è più difficile", rivela chiarendo che ritiene anche questo un ottimo modo per crescere. Magari dopo gli riesce "tutto più facile". E se i ragazzi per strada non bastavano, aveva altri avversari con cui misurarsi e perfezionare la sua destrezza col pallone. "Giocavo sempre con i miei cani – ha aggiunto -, perché mio padre diceva che non mordevano e io ho cominciato a correre con loro. Giocare contro un cane è la cosa più difficile che puoi fare".