Quando Gianni Minà intervistò Maradona: “Voleva lo filmassi dallo psicologo, ho distrutto tutto”
Quando Diego Maradona vedrà arrivare lassù Gianni Minà lo abbraccerà e lo prenderà sotto braccio. Avranno tempo per raccontarsi tutto come non hanno già fatto in vita. Il giornalista, scrittore e conduttore è morto all'età di 84 anni dopo aver sofferto "per una breve malattia cardiaca", come spiegato dalla famiglia nel messaggio che ha annunciato il decesso avvenuto nella Clinica Villa del Rosario.
Tante le interviste che Minà ha realizzato al Pibe de Oro, tutte diventate storiche. Nel mondo del calcio quando pensi a Minà la prima cosa che viene in mente è il rapporto sincero, leale, di reciproca e disinteressata amicizia con l'ex Pibe de Oro che non ha mai percepito l'uomo dinanzi a sé come un nemico, il reporter d'assalto che avrebbe fatto carte false per strappare lo scoop. No, lui aveva percepito l'essenza più profonda del Diez: non sarebbe mai stato una persona normale, comune. Il motivo è essenzialmente in un concetto che l'ex giornalista ha ribadito più volte parlando dell'ex stella sudamericana.
Con Maradona il mio rapporto è stato sempre molto franco. Io rispettavo il campione, il genio del pallone, ma anche l’uomo, sul quale sapevo di non avere alcun diritto, solo perché lui era un personaggio pubblico e io un giornalista. Per questo credo lui abbia sempre rispettato anche i miei diritti e la mia esigenza, a volte, di proporgli domande scabrose.
E quando ai Mondiali di Italia in semifinale l'Albiceleste eliminò gli Azzurri ai rigori Maradona volle parlare con una sola persona: lui, Minà. "Comunque vada verrò al tuo microfono a darti il mio commento. E tengo a precisare, solo al tuo microfono". Gli fece una promessa e fu di parola: "Sono qui per parlare con Minà. Sono d’accordo con lui da ieri. Se avete bisogno di me prendete contatto con l’ufficio stampa della Nazionale argentina. Se ci sarà tempo vi accorderemo qualche minuto".
Anti-eroe. Anti-sistema. Uomo del popolo venuto dalla polvere di Villa Fiorito per salire sul tetto del mondo e diventare il più grande di tutti i tempi. Maradona calciatore e Maradona politico che parla dell’Argentina dei generali, delle vittime della dittatura militare, di Cuba e del rapporto con Fidel Castro. Minà ha toccato tutti gli aspetti della vita del calciatore. Quelli belli e splendidi sul rettangolo verde, che si riverberano nel gol del secolo, e poi il lato oscuro della forza dal quale l'ex Pibe è stato risucchiato, dalle vicende che hanno portato a far del male a se stesso come in un lento processo di auto-distruzione.
Nella sua vita il giornalista Minà c'è stato in punta di piedi, facendo un passo indietro rispetto al doveroso rispetto dell'uomo. In una recente intervista al Corriere della Sera c'è ancora un frammento della delicata amicizia che li univa.
Mi ha concesso il privilegio di attraversare ombre e luci della sua vita. Ho tentato di raccontarlo nella maniera più aderente possibile. Con mia moglie Loredana abbiamo deciso di distruggere parte del materiale video riguardante le sue sedute dallo psicologo che mi aveva fatto filmare a forza.
E ora silenzio. Il suo prezzo al mondo del pallone lo ha pagato da tempo, disse Minà parlando della morte di Diego. Che la terra vi sia lieve.