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Le ultime news sull'arresto di Dani Alves

L’amica della presunta vittima di Dani Alves in lacrime davanti al giudice: “Se l’avessi saputo…”

Proseguono spedite le indagini sul presunto stupro di una ragazza di 23 anni da parte di Dani Alves: ascoltati alcuni testimoni chiave.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dani Alves ha ancora l'appoggio di sua moglie Joana Sanz, nonostante il 39enne calciatore abbia confessato di averla tradita nel bagno di una discoteca in quello che lui ha raccontato come un rapporto consensuale e che invece la presunta vittima ha denunciato come uno stupro. Il 39enne calciatore brasiliano ha ricevuto in carcere la visita della Sanz, che poi uscendo ha detto ai cronisti: "Non ho intenzione di lasciarlo nel momento peggiore della sua vita".

Dani Alves con la moglie Joana Sanz
Dani Alves con la moglie Joana Sanz

Qui iniziano e finiscono le buone notizie delle ultime ore per l'ex giocatore di Barcellona, Juve e PSG, sul capo del quale i giudici catalani sono sicuri di avere prove schiaccianti della violenza che sarebbe stata consumata lo scorso 30 dicembre su una ragazza di 23 anni, prima invitata nel privé di un locale di Barcellona e poi asseritamente stuprata nel bagno. Il racconto super dettagliato della donna, anche con particolari anatomici del calciatore che hanno costretto quest'ultimo a cambiare versione, rendendosi così poco credibile; le riprese delle telecamere interne della discoteca; le testimonianze delle persone presenti; il referto dell'ospedale dove la ragazza è stata immediatamente accompagnata in stato di shock: tutto sembra essere contro Dani Alves, che dal canto suo insiste sulla consensualità del rapporto.

Il suo avvocato difensore ha addotto come prova principale a discolpa del brasiliano il lasso di tempo di due minuti che sarebbe trascorso tra l'ingresso nel bagno del calciatore e quello della vittima, cercando di screditarne la versione secondo la quale lui le avrebbe aperto la porta per farla entrare assieme a lui. La difesa di Dani Alves si fa forte delle immagini delle telecamere della sicurezza del locale (che non sono in bagno, ma solo all'esterno), che sembrano mostrare che il giocatore entra ben prima della donna e quindi non avrebbe potuto aprirle la porta per entrare assieme. La ragazza sostiene peraltro che c'è un punto cieco all'esterno del bagno, non ripreso dalle telecamere, in cui si sarebbe trovato in quei due minuti il brasiliano. Una versione quest'ultima, che potrebbe essere avvalorata dal riflesso in uno specchio di un paio di scarpe bianche, che potrebbero appartenere appunto al calciatore.

L'ultimo club di Dani Alves, il Pumas di Città del Messico, lo ha licenziato
L'ultimo club di Dani Alves, il Pumas di Città del Messico, lo ha licenziato

Sarà tutta materia di battaglia in tribunale, intanto l'obiettivo più imminente dei legali di Dani Alves è ottenerne la scarcerazione (è in prigione dal 20 gennaio senza possibilità di libertà su cauzione), convincendo i giudici che non c'è alcun pericolo di fuga. Le indagini d'altro canto proseguono a passo spedito: sei testimoni rilevanti hanno deposto lo scorso venerdì alla Ciutat de la Justicia di Barcellona. La loro testimonianza è stata essenziale per chiarire cosa è successo la notte del 30 dicembre, visto che sono le sei persone che hanno parlato sia col calciatore che con la presunta vittima.

Un'amica della denunciante che era con lei quella notte nella discoteca di Barcellona ha confermato le parole che aveva già pronunciato nella sua prima dichiarazione e – crollando in lacrime in alcuni punti del suo discorso – ha aggiunto: "Se avessi saputo che quello era un bagno, la mia amica non entrava", volendo intendere che l'avrebbe messa in guardia sui rischi. Secondo la testimonianza resa da entrambe le ragazze che quella sera accompagnavano la presunta vittima, infatti, nessuna di loro sapeva che quella porta del privé portava ad un bagno privato, che non era indicato da alcuna indicazione esterna. Secondo loro si trattava invece di un'uscita verso l'esterno per fumare.

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