Il racconto di Balotelli a Liverpool: “Rovinava tutto e non giocava. Non lo volevo in squadra”
"Al tecnico dissi che non volevo più stare in squadra con lui". E ancora: "Quando chiesi ai suoi compagni di squadra se era così anche al Manchester City mi risposero scuotendo la testa". Per Rickie Lambert queste due frasi sono l'afa e l'omega dell'esperienza di Mario Balotelli al Liverpool. I Reds lo presero per sostituire il ‘pistolero' Suarez finito al Barcellona, avevano bisogno di un 9 che la buttasse dentro, fosse tecnicamente dotato e – cosa non meno importante – non avesse problemi d'ambientamento con la Premier. Insomma, serviva un calciatore ‘pronto subito' e l'ex Milan, reduce da un'ottima stagione (2014/2015), con un'esperienza nel torneo inglese ai Citizens, sembrava la pedina giusta da incastonare in calce al reparto offensivo.
Balotelli giunse nel Merseyside con i galloni del bomber autore di 30 gol in 54 partite con la maglia rossonera. Un bel biglietto da visita che, presto, verrà stracciato e buttato nel cestino. Di ‘Super Mario' c'è ben poco da raccontare dal punto di vista sportivo e agonistico. Brendan Rodgers e i compagni di squadra si accorgeranno ben presto che s'era trattato di un acquisto sbagliato. Chiuderà la stagione con 28 presenze, 4 gol e una serie di polemiche unite da un solo filo conduttore: l'indolenza del calciatore.
Al Straight From the Off podcast, Lambert ha spiegato quanto fosse complicato, impossibile, giocare con l'attaccante italiano a cominciare dagli allenamenti. Lo descrive come un "bravo ragazzo, un po' infantile" la sui allegria poteva essere contagiosa. E ci può stare ma per il resto era del tutto inadeguato rispetto all'ambiente, alla cultura del lavoro quotidiano, alle prospettive e alle ambizioni del club, all'investimento che il club aveva fatto su di lui. "Sinceramente non avevo visto niente del genere. All’inizio si impegnava ma poi… Durante gli allenamenti potevi dire benissimo che non stava dando il massimo. Anzi, rispondeva perfino al tecnico".
Fastidioso. Lambert utilizza anche questo termine per descrivere la reazione a pelle che gli procurava l'atteggiamento di Balotelli. "Quando giocavo con lui nelle partitelle non faceva nulla. Rovinava tutto e non giocava. Lo potevi vedere calciare via la palla o addirittura fare autogol. E dissi all'allenatore che non volevo più stare in squadra con lui".