L’allenamento speciale studiato da Spalletti per Osimhen: “Così posso essere dinamite”
Cinque metri sopra il cielo. Cinque metri per essere devastante. Cinque metri per esplodere come una palla di cannone e assieme al suo Napoli, Victor Osimhen, lo sta già raggiungendo. Luciano Spalletti lo ha preso sotto braccio, gli ha detto due parole, è stato prodigo di consigli, gli ha spiegato che la potenza è nulla senza controllo e che le difesa le puoi prendere a spallate (e andarci a sbattere il muso) oppure farle saltare sfruttando potenzialità inespresse.
Il lavoro, di testa e sul campo, che il tecnico toscano gli ha prescritto ha fatto la differenza su tutto: è plusvalenza tecnica ed economica. Vale non meno d 150 milioni, per l'allenatore e per la squadra è un tesoro inestimabile. Basta dare un'occhiata ai numeri per avere contezza che tutto quel che luccica è oro per davvero: 21 gol in 23 gare di campionato, 1 gol ogni 92 minuti in Serie A; 4 reti su 5 incontri disputati in Champions con la certezza che ogni 84 minuti in calce al tabellino dei marcatori c'è il suo nome. Poi ci sono fisicità, caratteristiche personali (umane e di atleta) che aggiunte al resto fanno di Osimhen una punta dirompente come la dinamite.
"Spalletti mi ha chiesto di essere così", ha raccontato Victor in un'intervista a France Football. E finora c'è riuscito in pieno. Qualche acciacco muscolare, l'ultimo lo ha sottratto alla sfida tremenda contro il Milan (per com'è andata a finire), ne ha contenuto l'esuberanza statistica ma c'è un finale di stagione in cui può scrivere la storia, sia per la conquista dello scudetto (conti alla mano, mancano cinque vittorie per festeggiare) sia per la Champions che regala sogni bellissimi.
Nessuno avrebbe mai immaginato di vedere i partenopei ai quarti di finale e lui vuole esserci, non può mancare nel doppio confronto con il Milan. Il tecnico ha aperto uno spiraglio per il suo impiego nell'andata di Coppa a San Siro, lui ha anche ritrovato la mascherina amuleto che aveva smarrito in Nigeria. Gliene hanno assemblata una nuova che nasconde un dettaglio originale rispetto alla precedente e un'altra ancora è in serbo (quella per lo scudetto).
"È un onore per me essere nella città e nella squadra dove ha giocato Maradona", racconta Osimhen. E da queste parti pronunciare il nome dell'ex Pibe de Oro è come sussurrare con devozione la sua intercessione, quella della mano de dios. "Desidero vincere questo scudetto per vedere la gioia sul volto dei tifosi, non vedo l’ora di assistere a quella festa".
Napoli lo ha cambiato. A Napoli l'ex ragazzo del Lille è cresciuto. "Ringhio" e l'allenatore attuale lo hanno aiutato in questo percorso. "Gattuso ha lavorato sulla mia motivazione e sulla mia autostima, ma con Spalletti la mia crescita è stata maggiore per il lavoro fatto nel corso dei mesi".
E spiega qual è stato il segreto: "È stata fatta una valutazione sulla mia corsa, sulle distanze che devo tenere rispetto ai difensori. Mi è stato suggerito di restare a cinque i metri, spazio posso coprire più velocemente degli altri".