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L’Ajax nel prepartita: “Stasera distruggiamo il Napoli”. Poi lo spogliatoio si sfascia in diretta

La disfatta di Amsterdam ha aperto una spaccatura tra tecnico e giocatori: divergenze d’opinioni e di approccio che si sono riversate prima in campo e poi nelle dichiarazioni di fine gara.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ritrovarsi mortificati sotto di sei gol davanti al proprio pubblico, dopo essere passati quasi subito in vantaggio, è devastante. Ancor più se tutto ciò capita sul palcoscenico della Champions League e a un gruppo costruito ancora una volta su giovani promettenti e di livello che si trovano faccia a faccia con un avversario superiore in tutto, sgretolandone certezze e convinzioni. È ciò che è accaduto all'Ajax, nella tremenda notte contro il Napoli e che ha aperto un solco tra i Lancieri evidenziando piccole fratture che potrebbero da subito minare irrimediabilmente il progetto sportivo già sul nascere.

Sotto la lente della critica c'è un uomo in particolare, Alfred Schreuder, arrivato sulla panchina dell'Ajax quest'estate dopo un apprendistato alla corte di Koeman al Barcellona e l'avventura vincente con il Club Brugge con cui ha vinto in Belgio. Due anni di contratto, più opzione per il terzo, che però dopo martedì notte sembrano essere ferocemente messi in discussione. E riavvolgendo il nastro attorno alla partita vengono a galla evidenti incongruenze di pensiero tra tecnico e squadra.

Partendo dalla fine, ovvero dalla conferenza post partita, Schreuder è rimasto fermo sul proprio ragionamento: "Il Napoli è più avanti di noi, ora c'è da guardarsi allo specchio e capire il perché della distanza con loro. In tre mesi siamo cresciuti poco? C'è da lavorare molto, non ho visto carattere, la voglia di reagire. Ai ragazzi non ho detto niente, bisogna farli sbollire, troppe emozioni al momento". Un concetto che lo stesso tecnico aveva sussurrato già alla vigilia e che aveva creato frizioni  con gli stessi giocatori.

Proprio questo aspetto, prima del Napoli semplicemente dialettico, sembra essersi riversato in campo con una partita altamente insufficiente e sotto le potenzialità di una squadra di certo più forte e di qualità di quanto non visto ad Amsterdam. Una ‘spaccatura' tra tecnico e giocatori che la disfatta in Champions League potrebbe avere certificato. Se nel post gara proprio Schreuder aveva sottolineato le differenze tra il suo Ajax e il Napoli attuale, alcuni giocatori si sono presentati ai microfoni con un pensiero diametralmente opposto.

Il 6-1 del Napoli ad Amsterdam rappresenta per l'Ajax una delle peggiori storiche sconfitte in Europa
Il 6-1 del Napoli ad Amsterdam rappresenta per l'Ajax una delle peggiori storiche sconfitte in Europa

Tra cui un paio di giovani dalle grandi qualità e dalle idee più che chiare, come Jurrien Timber e Steven Bergwijn che non hanno avuto problemi ad esternare un parere diametralmente opposto a quello del tecnico. Soprattutto il classe 2001, formatosi e cresciuto nell'Ajax fino alla prima squadra ha avuto parole chiare, sottolineando il pensiero del pre-partita suo e dei suoi compagni, in contrasto con quello espresso dal tecnico nel dopo-gara: "Inferiori al Liverpool e al Napoli? Posso anche capire che il mister dica questo, ma personalmente non la penso allo stesso modo. Siamo scesi in campo con un unico pensiero: stasera li distruggiamo".

Parole e pensieri che stridono con ciò che si è visto poi in campo, con un Ajax ben presto in balìa del Napoli, con giocatori che hanno perso le misure, disunendosi e correndo a caso fino ad imbarcare sei pesantissimi gol. Una disfatta che rischia di diventare il manifesto di una resa totale davanti ad un tecnico che in Olanda era ed è ancor più criticato e che non ha per nulla convinto. Se prima le accuse a Schreuder erano legate ad una crescita ritenuta insufficiente, guardando al patrimonio tecnico della rosa a disposizione, oggi puntano il dito su due ulteriori aspetti: aver perso il polso della squadra negli spogliatoi e non saper gestirla in campo.

Una manifesta incapacità e inadeguatezza nel risolvere i problemi: contro il Napoli si è rivisto ciò che da tempo si critica al tecnico del Lancieri, fissarsi su titolari, considerati inamovibili, relegando in panchina eventuali soluzioni e alternative. I cambi sono arrivati puntualmente in ritardo, sul 5-1 partenopeo, inutili ancor più quando l'espulsione di capitan Tadic ha complicato il finale. In aggiunta, c'è anche l'atteggiamento dei giocatori, che evidenzia una spaccatura interna: il tecnico non appare più avere in mano il gruppo, con i giovani che ne contestano idee e mentalità e la ‘vecchia guardia' che tacerebbe unicamente per mantenere il proprio posto da titolari.

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