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L’agguato al padre di Lamine Yamal nato dal gavettone di un bambino: poi la trappola per vendicarsi

La polizia fa luce sul tentato omicidio di cui è stato vittima il papà del calciatore del Barcellona Lamine Yamal: una prima lite scatenata da un gavettone di un ragazzino sarebbe il motivo che avrebbe dato origine all’assurda aggressione e all’imboscata per accoltellarlo.
A cura di Michele Mazzeo
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La polizia sta ancora facendo luce sul tentato omicidio di Mounir Nasraoui (in via di dimissioni dall'ospedale dove era stato ricoverato in condizioni gravi seppur, solo per una questione di millimetri, non in pericolo di vita), il papà della giovanissima stella del Barcellona e della nazionale spagnola Lamine Yamal, che ha sconvolto la Spagna negli ultimi giorni.

Il racconto del papà di Yamal alla polizia: perché è stato aggredito

Le indagini del nucleo investigativo di Mataró (città in cui abita e nella quale si è verificato l'agguato) hanno infatti fatto luce sul motivo per il quale è andata in scena la prima lite in strada con coloro che, poche ore più tardi, lo avrebbero aggredito sferrandogli contro diverse coltellate e in che modo gli aggressori lo hanno attirato nel parcheggio dove si è consumata il tragico accoltellamento. E i dettagli, raccontati dalla testata spagnola La Vanguardia, rendono ancora più assurda la vicenda.

I quattro uomini, di nazionalità spagnola, senza precedenti giudiziari, arrestati per il tentato omicidio del padre di Lamine Yamal infatti prima di quel giorno non avevano mai avuto a che fare con Mounir Nasraoui. I quattro aggressori, membri della stessa famiglia del quartiere di Rocafonda, avrebbero infatti teso una trappola al papà del calciatore per vendicarsi di quanto era accaduto poche ore prima.

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L'assurdo motivo della lite in strada di qualche ora prima: il gavettone di un ragazzino

Fino ad oggi, grazie ad alcuni video circolati in rete, si era a conoscenza infatti di una lite andata in scena tra le 15 e le 16 dello stesso giorno per le strade del quartiere Rocafonda di Matarò che aveva visto protagonista tre dei quattro aggressori e il papà del calciatore, ma non si era a conoscenza quale fosse stato il motivo di quel litigio. Un motivo futilissimo secondo quanto riporta il quotidiano iberico che ha avuto accesso alla dichiarazione fatta in ospedale da Mounir Nasraoui alla polizia.

Secondo questa ricostruzione infatti il padre di Lamine Yamal stava passeggiando per quella strada quando un bambino, giocando con una bacinella su un balcone, ha gettato dell'acqua sul marciapiede sottostante centrando l'uomo che passava da lì in quel momento. Un gavettone (non è specificato se volontario o involontario) dunque a quell'uomo che non sapeva essere Mounir Nasraoui.

Quest'ultimo si sarebbe infuriato tantissimo per il gesto del ragazzino iniziando ad inveirgli contro e avendo "una reazione spropositata" che ha indotto il padre, un fratellastro e il nonno del ragazzino a scendere per strada per affrontare l'individuo. In quel momento si è verificato un alterco in cui, secondo i testimoni, il padre di Lamine Yamal è finito a terra e durato pochi minuti dato che in breve tempo sono intervenute due pattuglie della polizia locale di Mataró per sedare gli animi.

Gli agenti hanno infatti separato Mounir Nasraoui dagli uomini che aveva affrontato e a quel punto lui ha comunicato loro la sua intenzione di denunciare quelle tre persone. La lite terminò lì con i familiari del ragazzino rientrati in casa mentre il papà del calciatore del Barcellona si è diretto a casa della madre, sita lì nel quartiere di Rocafonda.

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La trappola per incastrare Mounir Nasraoui: convocato dai suoi aggressori per "fare pace"

Quando tutto sembrava ormai rientrato però la situazione è degenerata a causa della reazione incomprensibile dei familiari del ragazzino. Nelle ore successive infatti quei tre uomini che sapevano perfettamente che l'individuo che avevano di fronte era il padre di Lamine Yamal lo hanno cercato e convocato in un parcheggio all'aperto a pochi metri dal luogo della prima lite per "fare pace" e "risolvere la questione".

Una volta giunto all'appuntamento però Mounir Nasraoui si sarebbe trovato dinanzi quattro uomini (i tre con cui aveva discusso in precedenza più un altro uomo) che, sempre secondo la versione data dal papà del calciatore del Barcellona, lo avrebbero circondato senza dire una parola per poi picchiarlo, prenderlo a calci e pugnalarlo più volte fino a quando non è sopraggiunto un suo amico che li avrebbe messi in fuga. Fuga che è comunque durata pochissimo dato che i primi tre sono stati arrestati due ore dopo l'aggressione mentre il quarto presunto aggressore è stato tratto in arresto il giorno successivo.

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