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L’agente di Di Lorenzo svela la paura: “Non rispondeva al telefono, entrati con chiave d’emergenza”

Mario Giuffredi, procuratore di Giovanni Di Lorenzo, ha raccontato tutta la verità sul malessere che aveva fatto decidere al capitano di lasciare Napoli: “Sono successe tre situazioni che hanno fatto precipitare tutto”. La prima è drammatica, un’altra è “una sciagura fatta dal signor Calzona”, infine la “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è opera del Ds Manna.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo la lettera aperta con cui Giovanni Di Lorenzo qualche giorno fa ha annunciato la sua ferma volontà di restare a Napoli – dopo che peraltro il club azzurro, per volontà ferrea di Antonio Conte, lo aveva blindato senza alcuna possibilità di fuga – oggi è toccato al suo agente Mario Giuffredi raccontare in una conferenza fiume di un'ora e mezza tutti i retroscena del malessere del capitano azzurro, della sua voglia di andare via e del successivo dietrofront. Tre gli episodi citati da Giuffredi alla base della decisione del nazionale azzurro di cambiare aria dopo cinque anni di Napoli: tra questi un drammatico avvenimento verificatosi a Firenze, del quale già si era saputo qualcosa ma che solo ora viene descritto nei particolari in tutta la sua gravità.

Il malore di Di Lorenzo a Firenze: "Lo hanno trovato collassato nella stanza"

"Sono successe tre situazioni che hanno fatto precipitare tutto e che poi hanno lasciato il segno nel ragazzo – racconta il procuratore del 30enne difensore toscano – La prima è accaduta in occasione di una delle ultima partite di campionato, Fiorentina-Napoli, dove Di Lorenzo è in trasferta con la squadra, non va a giocare la partita, non va neanche allo stadio, rimane in camera perché non stava benissimo. A fine partita, quando la squadra deve andare a prendere il treno per tornare a Napoli, il pullman passa a prendere Giovanni in albergo, provano a chiamare il ragazzo e lui non risponde più al telefono. I dottori lo chiamano continuamente, vedono che non risponde più, si fanno dare la chiave d'emergenza dalla reception, entrano nella stanza e trovano il ragazzo collassato".

"È stato un episodio dovuto al tanto stress dell'annata – continua Giuffredi – ma la cosa che lo segna è che il giorno dopo escono notizie che dicono che Di Lorenzo ha fatto finta di stare male, non è andato alla partita, perché aveva un accordo con la Juventus. Io penso che non ci possa essere cosa più ingenerosa di questa, perché il ragazzo quella sera è stato davvero in una situazione molto critica dal punto di vista della salute. Ma in quella situazione ci è rimasto male anche che il club, nonostante sapesse l'accaduto, non abbia fatto una smentita di quelle voci infondate. Questo è uno dei tre episodi che hanno iniziato veramente a fare star male il ragazzo e fargli pensare che forse era venuto il momento di cambiare aria".

Giovanni Di Lorenzo con la fascia di capitano del Napoli: è arrivato in azzurro nel 2019
Giovanni Di Lorenzo con la fascia di capitano del Napoli: è arrivato in azzurro nel 2019

Il secondo episodio citato da Giuffredi: "Una sciagura fatta dal signor Calzona"

Quanto alle altre due situazioni, la prima è relativa alla sostituzione di Di Lorenzo a pochi minuti dalla fine dell'ultima partita contro il Lecce al Maradona, quando il calciatore nell'uscire dal campo fu fischiato dai tifosi. Giuffredi si scaglia contro chi era l'allenatore del Napoli in quel momento, Ciccio Calzona: "Prendersi i fischi insieme alla squadra ha un valore, prenderseli da solo a tre minuti dalla fine ha un valore completamente diverso: è stato un altro episodio veramente angosciante per il ragazzo. Sono convinto che quell'episodio di Napoli-Lecce non sia dovuto assolutamente a nessuna strategia di De Laurentiis, ma purtroppo è un episodio dovuto ad un allenatore che ha fatto una roba che neanche nelle fantasie più assolute uno poteva pensare di farla: è stata una sciagura fatta dal signor Calzona. Il presidente sicuramente in questa storia non c'entra niente, ma anche in quell'occasione il ragazzo si sarebbe aspettato che qualcuno spendesse due parole a suo favore".

La goccia che ha fatto traboccare il vaso: "È stato Manna"

E tuttavia Di Lorenzo non era ancora arrivato alla rottura definitiva, nella quale ha avuto un ruolo decisivo il nuovo Ds Manna, che peraltro parlava per conto di De Laurentiis: "Nonostante ci siano state questa cose, il ragazzo ha continuato a pensare, anche se era veramente angosciato, di voler rimanere al Napoli con Antonio Conte. Anche se in quel momento non avevamo la certezza che sarebbe arrivato e il Napoli stava parlando con altri allenatori. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso – ma non lo dico con polemica perché Giovanni Manna è un mio caro amico e una persona che stimo tantissimo, e mi dispiace che nei primi mesi sia stato poco collaborativo con lui, mi ha dovuto sopportare per tutto quello che è successo – è quando Manna va fare i colloqui personali coi calciatori e dice a Di Lorenzo che se fosse arrivata un'offerta, il Napoli l'avrebbe presa in considerazione".

"Manna va da Di Lorenzo non perché sia il suo pensiero, ma trasferisce quello che è il pensiero di De Laurentiis. Qualche giorno prima il presidente disse che tutti i calciatori erano sul mercato, ma io e Giovanni quella dichiarazione del presidente non l'abbiamo presa in considerazione come una cosa personale, perché quello è un modo di dire: se arrivano proposte indecenti, è giusto far partire un calciatore. Quelle parole del presidente non ci hanno toccato, perché sapevamo che erano generiche. Ma quando ti arriva il direttore sportivo a fare un colloquio personale col giocatore e glielo dice, ha un impatto diverso perché parla direttamente col giocatore. Faccio una premessa: Manna è sempre stato il direttore che fin dal primo giorno mi diceva che Di Lorenzo era per lui insostituibile ed incedibile. Forse l'unico errore che ha fatto è andare da Giovanni e riportargli il pensiero del presidente", spiega Giuffredi.

Di Lorenzo col presidente De Laurentiis: tra i due è tornato il sereno
Di Lorenzo col presidente De Laurentiis: tra i due è tornato il sereno

Giuffredi svela le 4 squadre che lo hanno chiamato per Di Lorenzo

A quel punto Di Lorenzo si è convinto di aver fatto il suo tempo a Napoli e che l'unica soluzione era andarsene: "Lì il giocatore ha iniziato in modo definitivo a pensare che doveva andare via, perché ha visto quell'incontro e quella frase come la chiusura di un cerchio di tutti gli episodi che erano successi precedentemente. Mi ha subito chiamato la sera stessa o il giorno dopo, mi ha espresso la volontà di cambiare aria, perché mettetevi nei panni di un ragazzo che fa 99 cose buone, ne sbaglia una e si vede trattato in questo modo, moralmente la prende malissimo. O mettetevi nei panni di un ragazzo che è stato cinque anni a Napoli, ha fatto 200 partite prima dell'ultimo campionato e non ne ricordo una sbagliata. Un ragazzo che sbaglia una stagione e si sente messo così in discussione, gli fa molto molto male. In più c'è una cosa che poi ha detto De Laurentiis: il presidente ha usato il termine giusto, si è sentito abbandonato a se stesso, è quella la cosa che gli fa più male".

Da quel momento è entrato in scena Giuffredi per forzare la cessione con dichiarazioni molto forti: il procuratore ha svelato di aver ricevuto chiamate da quattro squadre, Inter, Juventus, Roma e Atletico Madrid, ma ormai tutto questo è il passato. L'agente ha raccontato quanto decisivo sia stato Antonio Conte per far cambiare idea a Di Lorenzo, sul quale giura che l'anno prossimo "farà il campionato più bello della sua carriera".

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