L’addio di Ronaldo ha indispettito la Juve: “Inaspettato e spiacevole gestirlo il 28 agosto”
L'addio di Cristiano Ronaldo alla Juventus è stato un fulmine a ciel (quasi) sereno in casa bianconera. Nel pieno del terzo cambio allenatore dal 2019, la società di Agnelli ha dovuto fare i conti anche con la cessione del suo giocatore più rappresentativo. Un trasferimento inaspettato per certi versi e che ha fatto storcere il naso ai tifosi. E in questo caso anche la dirigenza ha voluto rompere il silenzio. In un'intervista rilasciata a Tuttosport, Federico Cherubini, nuovo direttore sportivo della Juventus, ha analizzato alcune fasi della cessione di Cristiano Ronaldo al Manchester United. Un trasferimento arrivato a tre giorni dalla fine del calciomercato in Italia e che ha messo con le spalle al muro il club bianconero.
Nessuno si aspettava di dover salutare il portoghese in quel modo, soprattutto dopo la gara di Udine in cui il giocatore è entrato a gara in corso segnando anche il gol vittoria se solo il Var non l'avesse poi annullato per fuorigioco millimetrico. "Noi nella settimana prima di Udine avevamo segnali chiari sulla permanenza". Con queste parole Cherubini ha fatto subito sentire la propria voce e quella della Juventus che è stata messa a dura prova dalle pretese del giocatore. "Diciamo subito che margini per trattenerlo non ce n'erano – spiega il ds bianconero – Certe decisioni non sono negoziabili e in fondo non sarebbe stato opportuno per il club che è più importante di qualsiasi cosa e rimarrà sempre al di là dei giocatori".
Le fasi del passaggio di CR7 dalla Juve allo United: "È stato un rischio per noi"
Cherubini ha parlato subito di una Juve in difficoltà, quasi spiazzata dalla decisione di Cristiano Ronaldo di lasciare l'Italia e i bianconeri praticamente a fine mercato. Il rischio di restare senza un attaccante nella squadra di Allegri, era enorme. "Per il bene del club era giusto concentrarci sul futuro e non trattenere Ronaldo". Solo in questo modo la società ha deciso di iniziare a cambiare strategia, o meglio, anticipare i tempi rispetto alla deadline stabilita probabilmente per il prossimo. "Il nostro unico pensiero è stato: esce Cristiano, dobbiamo pensare ad anticipare un pezzo di futuro, quello che comunque avremmo costruito al termine di questa stagione quando sarebbe scaduto il suo contratto. E così abbiamo fatto".
Il dirigente bianconero ci tiene a specificare un concetto molto importante: "Non abbiamo sostituto Ronaldo con Kean. CR7 non è sostituibile. Esce lui e si chiude una sorta di ciclo e se ne apre un altro". Le fasi che hanno portato alla cessione di Cristiano Ronaldo al Manchester United sono state molto contorte. E questo lo si evince proprio dalle parole di Cherubini che di certo non ha nascosto di mettere a nudo le sensazioni provate in quei giorni. "Si sapeva che Mendes stava lavorando per trovargli una sistemazione? Vero, ma con segnali diversi. Ovvero con segnali che non c'erano prospettive".
E poi la stilettata al giocatore e anche al suo agente: "Non voglio essere ipocrita e dire che gestire la situazione Ronaldo il 28 agosto sia stato piacevole, se fosse successo un mese prima sarebbe stato meglio per tutti". Un rischio troppo grande per il futuro della Juventus in questa stagione: "L'abbiamo gestita a tre giorni dalla fine delle trattative ma l'unico rischio potenziale è stato che un giocatore come Kean non fosse disponibile nell'ultima settimana di mercato. Ci sono tempi che non si possono gestire voglio dire – aggiunge Cherubini – Non tutti i giocatori aspettano fino al 31 agosto in attesa di capire se Ronaldo va o resta".
Il resto è storia con la lunga giornata che ha visto il portoghese più volte accostato al Manchester City prima dell'inserimento decisivo dello United: "Il City non avrebbe pagato il cartellino di Cr7, lo United da questo punto di vista si è comportato in modo diverso in un momento nel quale ognuno tira i propri interessi – aggiunge ancora Cherubini – Lo United si è comportato da club di tradizione". Il ds della Juve ha chiuso l'argomento Ronaldo rivelando alcuni retroscena del colloquio avuto con il portoghese: "Poi diciamocelo, una volta che Cristiano Ronaldo ci parla nel modo in cui ci ha parlato, non ci può essere epilogo diverso". Pochi giri di parole e tanta consapevolezza di voler andare proprio in quella direzione, ovvero verso l'addio alla Juve: "In quei giorni è stato molto diretto esperimento la sua volontà – conclude – Non potevamo costringere una persona a rimanere in un contesto che non riconosceva più".