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La verità sul video di Insigne, il destinatario: “Non deve vergognarsi di aver salutato un detenuto”

Si fa vivo l’uomo al quale Lorenzo Insigne aveva augurato “una presta libertà” in un video che aveva sollevato polemiche. Sbugiardata la versione che fosse un saluto scherzoso ad un ragazzo in isolamento a casa a causa del Covid: “Quando ho letto certe frasi mi sono sentito zero. Non siamo animali, siamo persone anche noi”.
A cura di Paolo Fiorenza
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La scorsa settimana ha sollevato polemiche un video privato girato da Lorenzo Insigne, in cui il capitano del Napoli si rivolgeva ad un tale Checco per mandargli un augurio: "Ti sono vicino. Mi raccomando, ti auguro una presta libertà. Forza Napoli, ciao", accompagnando le parole con un occhiolino finale. Una frase che all'apparenza pareva rivolta ad un detenuto, essendo formulata con la classica espressione "presta libertà", con cui nel gergo partenopeo si augura a chi sta in carcere di poter presto tornare a casa dai propri cari.

Pur non essendo in sé nulla di grave, in molti avevano eccepito sulla leggerezza – per non dire inopportunità – con cui uno dei giocatori più importanti della Nazionale italiana aveva usato quelle parole. Ed anche l'Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria aveva chiesto al giocatore azzurro di fare chiarezza, auspicando "che sia solo uno scherzo, in caso contrario sarebbe spiacevole".

A quel punto il giorno dopo era intervenuto il procuratore di Insigne, Vincenzo Pisacane, che aveva alzato la voce per difendere il giocatore, spiegando indignato che il saluto non era assolutamente rivolto a un detenuto ma era un augurio di guarigione – formulato in tono scherzoso – ad un ragazzo in isolamento a casa con il Covid: "Ma come si fa a pensare altre cose? Sono sconcertato. Ma in che mondo viviamo? Si vede benissimo che Lorenzo ride. Ma davvero qualcuno pensa che un uomo e un calciatore come Lorenzo, il numero 10 della Nazionale italiana, possa aver voluto, con quella frase, mandare un messaggio diverso dagli auguri di pronta guarigione a un ragazzino di 17 anni che da giorni non poteva uscire perché affetto dal Covid? Ma per favore…".

Ed invece era esattamente quello che sembrava, come spiega ora chiaramente il destinatario del saluto, che sbugiarda completamente la versione dell'agente. "Insigne è un mio idolo e per me avere quel video saluto è stata una cosa bellissima", racconta Checco T. al sito Internapoli, da lui contattato proprio per puntualizzare con precisione la vicenda. Il giovane racconta che un suo amico ha incontrato per caso l'attaccante di Frattamaggiore alla stazione di Roma (e fin qui le versioni coincidono) e gli si è avvicinato per chiedergli di registrare un messaggio per una persona reclusa agli arresti domiciliari, dicendogli che era un suo grande tifoso. Girato il filmato, la cosa per Insigne era finita lì e se n'era andato.

Dall'altro lato della storia, invece, quel video aveva seguito il suo percorso ed era stato recapitato al destinatario, il quale ne era stato così felice da pubblicarlo sul proprio profilo TikTok. Da lì era finito su Twitter, diventando virale e dando il via alle polemiche che hanno portato Checco a raccontare ora come stanno realmente le cose: "Io e Insigne non abbiamo alcun tipo di rapporto, sono un suo grande tifoso e basta. Mi dispiace che abbia inventato la scusa del Covid. Mi ha dato una grande gioia ricevere quel video e pubblicandolo sui social volevo condividere la mia felicità".

"Insigne non deve vergognarsi di aver fatto un video saluto ad un detenuto – continua il giovane – Ho sbagliato e sto pagando le conseguenze, ma non spaccio né faccio rapine né tantomeno sono in qualche clan. Quando ho letto certe frasi mi sono sentito zero. Non siamo animali, siamo persone anche noi. Quando ho visto quel messaggio sembravo un bambino, perché per me è stato emozionante. Non sapevo che succedeva questa bufera". Una versione supportata dalle chat e dalle prove prodotte da Checco, che permettono di contestualizzare precisamente il video.

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