La vendetta di Roy Keane che ha rovinato la carriera del padre di Haaland
Erling Haaland, il nuovo fenomeno norvegese del calcio europeo, è un figlio d'arte. Il papà della stella classe 2000 del Borussia Dortmund, è infatti Alf-Inge Haaland, ex difensore di Leeds e Manchester City, noto soprattutto per essere stato vittima di uno dei falli più brutti della storia del calcio. Nel 2001, Roy Keane, in un derby contro il Manchester United, a seguito di un'entrata killer, gli procurò la rottura del ginocchio che poi mise praticamente fine alla carriera del norvegese. Un intervento che fu più simile ad una vendetta dato che nel settembre 1997 Keane rimediò la rottura dei legamenti, con conseguente addio alla stagione.
Nel corso del match tra Leeds e Manchester United, in un contrasto di gioco con Haaland, Keane si accosciò a terra, il norvegese lo invitò più volte ad alzarsi andando ad inveire su di lui pensando stesse simulando. Un episodio che a distanza di anni, specie dopo l'uscita dell'autobiografia di Keane, rivelerà come non sia andato giù all'ex centrocampista dei Red Devils l'atteggiamento di Haaland. E così, nel derby di Manchester del 2001, a distanza di quattro anni, Keane decise di mettere in atto la sua crudele vendetta.
Alf-Inge Haaland è stato per diverso tempo un calciatore molto noto in Premier League. Cresciuto nel club norvegese del Bryne, nel 1993 passò al Nottingham Forrest prima del suo approdo al Leeds nel 1997 e al Manchester City nel 2000. Negli anni trascorsi al Leeds, si rese protagonista di un episodio che poi sarà la causa della sua carriera chiusa anzitempo. In un match contro il Manchester United nel 1997, quando Haaland giocava ancora nel Leeds. Nei Red Devils giocava una bandiera come Roy Keane che in un inserimento verso l'area di rigore avversaria, fu contrastato da Wetherall e dallo stesso Haaland, che con uno scatto decisivo riuscì a fermare l'irlandese. Keane si accascia, Haaland preso dalla foga del momento, pensando che stesse simulando e va a dirne quattro al centrocampista dello United prima di essere fermato dal proprio portiere Martyn.
Il fallaccio di Roy Keane che ha chiuso la carriera di Alf-Inge Haaland
È l'inizio di una questione che andrà avanti per anni dato che Roy Keane, a seguito di quell'intervento, rimedierà la rottura del legamento crociato. Non stava simulando, ma si era realmente fatto male. In tanti in Inghilterra, conoscendo il carattere di Keane, pensavano che alla prima occasione gliel'avrebbe fatta pagare ad Haaland. Dal quell'episodio infatti i due si incroceranno in altre 6 occasioni nei match tra Leeds e Manchester City contro lo United. Ma non successe mai nulla, anche perché spesso i due, per un motivo o per un altro, non si erano quasi mai incrociati in campo tra impegni con la Nazionale e scelte tecniche. Nel 2001 l'episodio chiave della storia. Roy Keane, nei minuti conclusivi del derby tra Manchester United e City, si trova a contendere un pallone ad Haaland, ma invece di colpire la sfera, entrerà a martello dritto sul ginocchio del norvegese. L'irlandese fu espulso, ma prima di lasciare il campo, disse qualcosa all'orecchio di Haaland, come a volergli ricordare la sua vendetta. Risultato? Ginocchio ko e carriera da quel momento praticamente finita per il norvegese.
Haaland infatti giocherà soltanto altre 3 partite per un totale di 48′ prima di chiudere anzitempo il suo cammino nel calcio giocato. Un episodio che a Keane costò cinque gare di squalifica e 200.000 euro di multa oltre ad un caos mediatico non indifferente nei confronti dell'irlandese. "Volevo fargli male, ma non me ne pento – ha poi dichiarato nella sua autobiografia Keane – Ma non volevo essere quello che avrebbe fine alla sua carriera". Kane si vantò di aver colpito duramente Haaland nel suo libro: "Era azione, era calcio, e cane mangia cane". Negli anni successivi, in alcune interviste, specificò come fosse rimasto deluso dall'atteggiamento dei giocatori del Manchester City in quel momento: "Non sono entrati per difendere il loro compagno di squadra – disse Roy Keane – Se qualcuno lo avesse fatto a un giocatore dello United, io sarei stato lì. Probabilmente anche loro pensavano che fosse un coglione".