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La TV riprende Kane in lacrime, Pickford si scaglia contro la telecamera: il gesto spiazza tutti

Kane è devastato per aver fallito il rigore del pareggio contro la Francia. Quando il portiere dell’Inghilterra si accorge di cosa sta accadendo si volta di scatto e rimprovera il cameraman.
A cura di Maurizio De Santis
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Harry Kane è distrutto dal dolore. È chino per terra, piegato in due. Si regge con una mano poggiata sul prato. Sente addosso tutto il peso della responsabilità e della colpa per aver sbagliato il calcio di rigore contro la Francia. L'Inghilterra è sotto per 2-1, poco dopo il raddoppio di Giroud a commettere un'ingenuità è Theo Hernandez che al Var l'arbitro punisce con il penalty per i Tre Leoni.

L'attaccante del Tottenham torna sul dischetto: aveva realizzato così anche il gol dell'1-1. Di fronte a sé c'è Lloris, compagno di squadra tra le fila degli Spurs. L'ha già battuto una volta con un tiro potente e preciso: palla da una parte, portiere dall'altra. Non si lascia condizionare, crede di potercela fare. Il rituale che ripete è lo stesso, è una sorta di pratica propiziatoria per scaricare la tensione e prepararsi alla battuta.

Il numero uno della nazionale interviene per proteggere il compagno di squadra in quel particolare momento di dolore.
Il numero uno della nazionale interviene per proteggere il compagno di squadra in quel particolare momento di dolore.

Kane aggiusta i calzettoni, gira e rigira i bordi al di sopra delle ginocchia. Fa un respiro profondo e vede la porta poi abbassa lo sguardo verso la palla e calcia. La conclusione gela il sangue nelle vene: finisce sopra la traversa, tra il pubblico. In quel momento il giocatore muore dentro: ci fosse un buco in cui scomparire, si tufferebbe dentro e vi resterebbe per un tempo indefinito. Quello del match, invece, scorre inesorabile: gli otto minuti di recupero sono angoscianti, spacca-cuore e mozzafiato fino al triplice fischio.

La Francia gode ed esulta, l'Inghilterra sprofonda. Le era successo in finale agli Europei contro l'Italia, il copione s'è ripetuto nei quarti dei Mondiali contro i transalpini. Rigori maledetti. I giocatori sono devastati, Kane lo è più di tutti. Ma ci sono un gesto e un'immagine che restituiscono il senso di una squadra anche nel dolore: il protagonista è il portiere, Pickford, che fa da scudo al compagno di nazionale in quel momento solo con se stesso e indifeso.

Le parole pronunciate in diretta dal portiere: "Un po' di rispetto, per favore"
Le parole pronunciate in diretta dal portiere: "Un po' di rispetto, per favore"

"Un po' di rispetto per favore! Un po' di rispetto!". Dice il numero uno dei Tre Leoni rivolgendosi al cameraman che è nei pressi di Kane per riprenderne la disperazione. È sopraffatto dalle emozioni, la regia suggerisce all'operatore di spostarsi e riprenderlo in primo piano ma l'estremo difensore la prende male.

Non gli va che il dolore dell'attaccante faccia notizia. Non vuole che il mostro sia (s)battuto in prima pagina. Non è giusto che sia solo lui a pagare per quell'errore fatale. Si vince e si perde insieme. Nel bene e nel male si resta uniti.

Il numero uno dell'Everton e dei Tre Leoni consola l'attaccante.
Il numero uno dell'Everton e dei Tre Leoni consola l'attaccante.

Ecco perché quando il portiere dell'Everton e della nazionale inglese si accorge di cosa sta accadendo si volta di scatto e tende il braccio in avanti. Ha l'espressione contrariata, usa le mani a mo' di schermo e continua a ripetere "un po' di rispetto… un po' di rispetto" costringendo l'addetto alle riprese ad allontanarsi da quel lembo di campo dove si consuma il dramma di Kane.

Lo stesso Pickford è stato sotto i riflettori in negativo per un intervento poco felice su un tiro dalla distanza di Aurelien Tchouameni che gli fa gol dopo appena 17 minuti.

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