La TV americana mostra il piano perfetto del Napoli: il Liverpool cade sempre nello stesso errore
Imbarazzante. È il termine che, sia pure con diverse sfumature, è stato utilizzato per in Inghilterra per definire la prestazione e la (pesante) sconfitta in Champions incassata dal Liverpool a Napoli. Jurgen Klopp era uscito battuto altre due volte (per 1-0 e per 2-0) ma mai come mercoledì sera la sua squadra aveva dato un'impressione così negativa. Se fosse finita con un punteggio addirittura più largo del 4-1 (un rigore fallito da Osimhen e un altro in movimento mancato da Kvaratskhelia) le proporzioni del risultato null'altro avrebbero raccontato l'esatta dimensione attuale dei Reds.
Da un lato c'è stata una squadra che sapeva cosa fare e lo ha fatto bene con personalità, qualità, condizione fisica e compattezza. Dall'altra la finalista della scorsa edizione della Coppa che s'è dissolta in una delle serate peggiori della sua storia. Meriti degli azzurri (molti) e demeriti del Liverpool (altrettanti e in buona parte conseguenza diretta della perfezione rasentata dagli avversari) si mescolano in un match valso come un campanello d'allarme.
Non è solo il ko che fa male/malissimo. Ma il modo in cui è maturato, ciò che non è stato (e non è più al momento anche in Premier League) il Liverpool, ha destato maggiore preoccupazione. Nell'analisi dell'incontro e di alcuni momenti salienti (quasi tutti relativi alle azioni da rete dei partenopei) le parole dell'ex calciatore dei Reds, Carragher, spiegano bene quale possano essere lo stato d'animo dei tifosi e, più ancora, le perplessità che la partita ha amplificato. Covavano sotto la cenere, la batosta in campo europeo ha soffiato via la cenere e le ha ravvivate.
"Il problema non è la partita in sé – ha ammesso Carragher, opinionista del network americano CBS Sports -. Per me la preoccupazione maggiore è che quanto abbiamo visto si possa ripetere ancora nel corso della stagione". E arriva perfino a chiedersi se addirittura il tracollo con il Napoli non abbia dato un segnalo chiaro: ovvero, che questo Liverpool è alla fine di un ciclo e lo ribadisce spostando l'attenzione sulla rosa e sulle scelte di mercato che non ritiene all'altezza del processo di rinnovamento necessario.
"Questa squadra è stanca, è andata a mille all'ora negli ultimi cinque o sei anni – ha aggiunto Carragher -. Forse il mercato estivo è stato sbagliato. Ecco perché mi sorgono un paio di domande: è un crollo fisico dovuto a tutto quello che è successo nelle ultime stagioni e a quanto sono state intense? Questa squadra può tornare ai suoi livelli?".
Fatta la premessa, Carragher scende nel dettaglio delle sue deduzioni. Si avvicina allo schermo e con l'ausilio della tecnologia estrapola alcune immagini della partita, le analizza singolarmente tenendo conto delle differenti situazioni di gioco e dei diversi momenti della gara, isola in particolare la posizione, la postura e i movimenti dei difensori chiarendo quali sono stati gli errori commessi e perché hanno sofferto così tanto l'iniziativa del Napoli.
In realtà la pecca macroscopica che fa da comune denominatore a quegli episodi critici è sempre la stessa: la posizione altissima della linea è una cosa imbarazzante sia perché non eseguita alla perfezione, sia perché intensità e pressione sulla palla vengono a mancare. Non c'è compattezza, la squadra si spezza in due, resta in balia del Napoli che si abbatte a ondate e la scompagina.
"Senza quell'intensità, il reparto che sembra soffrire di più è la difesa – è stata la riflessione dell'ex calciatore dei Reds – per la sua posizione altissima. Ed è il problema principale del Liverpool in questo momento. Hanno costruito il loro successo sull'intensità e sulla compattezza. A volte è un rischio, ma se sei aggressivo funziona. Ora che quell'energia però non c'è e qualcosa va cambiato, adattato… magari anche retrocedere qualche metro in difesa. Questo modo di giocare è suicida".