La triste storia del Pomigliano Women: abusi, molestie e stipendi non pagati alle calciatrici
La FIFPRO, la federazione mondiale delle associazioni sindacali dei calciatori (ne fa parte anche l'AIC), ha pubblicato un lungo report sulla situazione del club di calcio femminile del Pomigliano, che dopo aver disputato anche dei campionati di Serie A quest'anno non è iscritto a nessun campionato. LA FIFPRO ha raccolto la denuncia delle calciatrici che hanno raccontato le loro terribili esperienze: contratti falsi, firme contraffatte, trattenuti sugli stipendi, negligenza medica, molestie e aggressioni fisiche.
Firme contraffatte
Le calciatrici assistite dell'AIC hanno condiviso le loro storie con la FIFPRO, che ha pubblicato sul proprio sito un lunghissimo articolo nel quale vengono raccontate una lunga serie di nefandezze, il titolo dell'articolo non ha lascia molte interpretazioni: "Pomigliano, storia di un club da incubo". C'è, purtroppo, davvero di tutto in questa storia. Si parla di stipendi non pagati, di contratti falsificati rispetto alla sottoscrizione originaria. Una giocatrice ha detto: "Hanno creato un documento nuovo, cambiando date e aggiungendo le firme, per fortuna avevo la copia originale e ho dimostrato che quell'altro era un documento falso. Lo hanno fatto con altre calciatrici per non farle andare via".
Le calciatrici dovevano farsi carico delle spese mediche
Il club di Pomigliano secondo il raccontato di alcune tesserate non avrebbe garantito nemmeno l'assistenza medica, che deve essere a carico del club, come previsto per le società professionistiche: "Quando ci infortunavamo, il club non si è fatto carico delle cure. Ci si aspettava che pagassimo tutto: riabilitazione e fisioterapia. Eravamo mentalmente esauste".
Avance e molestie
Inoltre ci sono stati comportamenti inappropriati da parte di dirigenti del club, e si fa riferimento e presunti messaggi di avance e visite non preannunciate negli appartamenti delle stesse calciatrici: "Persone legate alla gerarchia del club sono entrate nei loro appartamenti senza preavviso; una giocatrice, ascoltando musica con le cuffie mentre puliva, è stata spaventata nel vedere un individuo di sesso maschile nel suo corridoio".
Tre stagioni di Serie A poi retrocessione e fallimento
Il Pomigliano CF era stato fondato nel 2019 e dopo due stagioni si è guadagnato un posto al sole, e cioè nella Serie A femminile. Tre campionati nella massima categoria, due salvezze di alto livello, prima della retrocessione nel 2023-2024, in una stagione ricca di cambi di allenatori. Stagione alla quale è seguito il fallimento, il club non opera più, perché non ha fatto domanda per ottenere la licenza di Serie B.
"Hanno rescisso il contratto quando ho rifiutato di pagare l'operazione"
FIFPro sul proprio sito pubblica le testimonianze di alcune calciatrici, una di queste racconta di quando il club ha minacciato un'azione legale se non avesse giocato nonostante un serio infortunio alla spalla. Le parole della calciatrice, definita Player A: "All'inizio della stagione 2023/24, non c'era molta comunicazione su quando sarebbe iniziata la pre-stagione e quando l'allenatore è stato licenziato durante la prima settimana, sembrava che tutto sarebbe andato un po' male", racconta a FIFPRO. "Con l'avanzare della stagione, non venivamo pagati in tempo. Chiedevamo costantemente le buste paga all'amministrazione, ma non rispondevano alle e-mail o ai messaggi WhatsApp. Era dure ecominicamente. Inizialmente mi sono rivolta all'AIC ad aprile per un consiglio sul mio infortunio alla spalla. Stavo portando al club le note di un medico ortopedico che diceva che avevo bisogno di un intervento chirurgico. Ho iniziato a ricevere messaggi minacciosi dal club, che dicevano che se non mi fossi presentato all'allenamento, nonostante l'infortunio, mi avrebbero portato in tribunale. Il giorno dopo aver parlato con loro della necessità di un intervento chirurgico, hanno presentato alla lega una falsa risoluzione reciproca del contratto. Il club non mi ha nemmeno comunicato la risoluzione, l'ho scoperto da un avvocato del sindacato dei calciatori italiani".
Mentre un'altra ex calciatrice del Pomigliano, Player B, reclama un anno di stipendi non pagati: "Hanno smesso di rispondere al mio agente e quando ho affrontato il presidente del club, che stava fumando sigarette, lui ha promesso che se ne sarebbero ‘occupati', ma non è mai successo. Un disastro. Non avevano nessuno che si occupasse dei giocatori che tornavano da un infortunio. Hanno usato bottiglie d'acqua congelata per il primo mese perché non avevano una macchina per il ghiaccio funzionante. Cose che sono peggiorate quando mi sono infortunata di nuovo e il club è stato riluttante a farmi una risonanza magnetica. Non volevano fare un'ecografia. Qualche giorno dopo il medico della squadra, che era un cardiologo, mi ha esaminato il ginocchio, ha fatto un test di Lachman e mi ha curiosato. Mi hanno detto che stavo delirando e hanno insistito che stavo bene".
Messaggi inappropriati e visite a casa senza preavviso
Player C ha ribadito che le calciatrici dovevano pagare interamente le proprie visite mediche, e addirittura c'è stato un momento in cui le calciatrici con le rispettive auto sono andate a giocare le partite. Mentre Player D ha spiegato di aver ricevuto delle molestie da parte di un uomo legato al club che le ha inviato una serie di messaggi inappropriati: "Quando sono arrivata lì per la prima volta, mi ha aiutato con la mia casa. Ha detto, ‘Se hai problemi, ti aiuterò'".
Poi l'ha invitata a cena più volte, lei ha rifiutato ma i messaggi sono proseguiti: "Voglio passare una serata con te", ma è stato scritto alla calciatrice anche: "Ti avrei coccolata facendoti sentire meno sola", "Sei stupenda nella tua foto del profilo, sei a casa ?".
Ma c'è stato anche un individuo di sesso maschile che aveva le chiavi degli appartamenti delle calciatrici e che all'improvviso entrava a casa delle calciatrici: "Una mattina, stavo pulendo il mio appartamento indossando solo una maglietta e le mutande. Avevo le cuffie, mi sono voltato e lui era nel mio corridoio, che mi fissava. Dato che non ero completamente vestita, gli ho detto di uscire. Lui mi disse che doveva mostrare l'appartamento alla gente, ma non ci ha mai informato che sarebbe arrivato, non ha nemmeno bussato, è semplicemente entrato. Mi è sembrato inappropriato. Ho finito per comprare una telecamera e ho filmati di persone che entravano nella mia camera da letto quando non ero lì, senza saperlo o senza avvertire in anticipo".