La triste fine dell’ex Juve Kwang-song Han, sparito a 23 anni: avere notizie su di lui è impossibile
Kwang-song Han nello scorso settembre ha compiuto 23 anni ed è un giocatore di calcio nordcoreano, ruolo attaccante. O forse era. È tutto quello che sappiamo di lui oggi, a distanza di due anni dall'ultima partita giocata nel campionato qatariota con la maglia dell'Al-Duhail Sports Club. In Qatar Han ci era finito l'8 gennaio del 2020, ceduto a titolo definitivo dalla Juventus per circa 7 milioni di euro, seguendo il percorso già fatto dagli altri due bianconeri Benatia e Mandzukic.
Quel giorno finiva il sogno della Serie A per il ragazzo nato a Pyongyang e sbarcato in Italia a 18 anni. Sembrava una favola quella di Han: aggregato in prova al Cagliari, con la cui formazione giovanile gioca il Torneo di Viareggio, poi tesserato dal club rossoblù, infine a segno in Serie A con la prima squadra dei sardi dopo neanche due mesi, in un Cagliari-Torino dell'aprile 2017. Mai nessun calciatore nordcoreano aveva messo piede in campo nel nostro massimo campionato e mai ovviamente aveva fatto gol. Tutto velocissimo, come i titoli sui giornali e le voci di mercato.
Così, dopo un paio di prestiti al Perugia in Serie B, in cui aveva confermato le proprie doti in un calcio competitivo come quello italiano (11 reti totali con la maglia dei Grifoni, oltre a 5 assist), per Han si schiuserò le porte del paradiso calcistico: un nordcoreano alla Juventus, era tutto vero, estate 2019.
Fresco 21enne, l'attaccante fu destinato all'Under 23 bianconera. Il paradiso per lui durò poco: un solo gol e due assist in 20 presenze, con una sola convocazione in prima squadra senza mettere piede in campo, prima della cessione all'Al-Duhail dopo un semestre a gennaio 2020. Da quel momento i riflettori su Kwang-song Han si sono spenti ed infine è arrivata la mazzata: il calciatore della Corea del Nord è stato costretto a lasciare Al-Duhail all'inizio del 2021 – ma non scendeva in campo già da tempo – per via delle sanzioni contenute nella risoluzione 2397 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, approvata il 22 dicembre 2017. Con questo documento, l'ONU proibiva il lavoro all'estero dei nordcoreani che avrebbero potuto, con i loro stipendi, far confluire valuta occidentale in patria al fine di foraggiare gli investimenti della locale dittatura in campo militare, nucleare e chimico.
Insomma, applicando la risoluzione al caso specifico di Han, si temeva che i milioni di dollari introitati dal calciatore finissero dritti nelle casse statali per farne un uso contrario ai trattati internazionali. La sanzione ONU dava 24 mesi ai lavoratori nordcoreani per rimpatriare e dunque anche l'attaccante e il suo club non hanno potuto fare altro che adeguarsi, risolvendo il contratto in essere. Da quel momento di Kwang-song Han si sono letteralmente perse le tracce, avere informazioni su di lui è impossibile. Tecnicamente è un calciatore svincolato, ma affermarlo è un puro esercizio formale, visto che un ritorno nel calcio occidentale è pura utopia.
"Difficile che possa tornare in Europa. Purtroppo è un grande dispiacere che ho, perché era un grande talento e uno dei ragazzi che mi ha dato maggiori soddisfazioni. Oggi però è svincolato a causa di una risoluzione dell'ONU", ha detto nel luglio scorso il suo ex agente Sandro Stemperini a CalcioCasteddu. Il ‘Cristiano Ronaldo nordcoreano' – come era stato ribattezzato Han quando sembrava destinato ad un grande futuro – aveva firmato a Doha un contratto quinquennale con l'Al-Duhail da circa un milione a stagione. Se per la quasi totalità delle persone sulla faccia della terra avere uno stipendio alto è una cosa buona, per Han è stato la sua condanna.
Quei soldi adesso non li potrà avere né lui nè il regime di Kim Jong-un: la sua carriera è di fatto finita. La sua storia da quel momento è rimasta inghiottita dai silenzi impenetrabili della Corea del Nord. Chissà se lo rivedremo mai.