La testata a Materazzi torna in bella mostra a Doha: finita la “censura” in vista dei Mondiali
Ci sarà anche un pezzo d'Italia il prossimo inverno in Qatar, in vista della kermesse iridata di dicembre. Pur essendo stati eliminati amaramente dalla Macedonia, un po' di azzurro sarà presente a Doha: si tratta di una delle statue più iconiche della storia del calcio, oramai entrata nell'immaginario collettivo quando si parla di finali mondiali, la testata di Zinedine Zidane a Marco Materazzi a Berlino nel 2006.
Dunque, è finita la "quarantena" per la struttura che rappresenta il perfetto istante in cui il ‘dieci' francese colpisce al petto il difensore azzurro con una "capocciata" che ha fatto storia e discutere. Un isolamento che è durato tantissimo, quasi dieci anni: era il 2013 quando venne rimossa dal lungomare di Doha, tolta dagli sguardi della gente che frequentando la passeggiata si imbatteva in quella struttura bronzea alta cinque metri che era stata anche oggetto di critiche e di polemiche feroci, legate proprio al suo dislocamento. Una scultura nata dall'idea di un giovane artista di origini algerine e che fece la sua prima importante apparizione nel 2012, a Parigi, al museo di arte moderna e contemporanea, il "Centre Pompidou".
La leggenda narra che lo stesso Zinedine Zidane avesse voluto la rimozione del "tributo" alla finale 2006. Che "Zizou" non abbia mai gradito la scultura nata dalle mani dell'artista Abdel Abdessemed non è mai stato un mistero, mistero però il motivo reale della "censura" caduta sulla statua nel lontano 2013. L'autore aveva dichiarato che la volontà dell'ex stella francese era stata determinante e che il Governo qatariota, con cui Zidane è da sempre in ottimi rapporti, avesse acconsentito alla richiesta. Anche per intercessione dell'ex presidente Uefa, Michel Platini, altro pezzo da 90 nei rapporti con il Qatar.
Così, lo spostamento della testata: dal lungomare di Doha ad una sala riservata in un museo. Il tutto con l'emiro che si era attivato in prima persona e, tramite la figlia presidentessa dell'Autorità Museale del Qatar, il gioco era stato veloce e semplice. Poi, le spiegazioni ufficiali – che non coinvolgevano né Zidane, né Platini e tantomeno trattamenti di favore: si trattava di una questione di sensibilità verso il popolo musulmano. L'iconografia in generale è sempre stata storicamente motivo di controversie e contestazioni per la cultura islamica e a questo si aggiungeva il grado di violenza manifesta che la statua raffigurava. Così, la sua rimozione, aveva trovato una giustificazione più che lecita.
Oggi, al contrario, Materazzi e Zidane potranno essere ammirati nuovamente in quel momento topico che ha immortalato un'intera edizione mondiale. La "Copue de tete", il titolo dato all'opera d'arte non resterà più nel Museo di arte araba moderna (Mathaf) di Doha come era stato stabilito dalle autorità culturali qatariote. Durante il prossimo Mondiale l'opera di bronzo di 5 metri tornerà in bella mostra in un museo dello sport, il medesimo che ospiterà la Coppa del Mondo. E potrà essere vista da chiunque voglia farlo, senza nuocere alla sensibilità di nessuno. Tranne quella di Zidane, probabilmente.