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La telefonata segreta della Juve all’UEFA per dissociarsi da Agnelli: un tentativo zoppo

Squilla il telefono nella sede dell’UEFA a Nyon: la chiamata arriva dalla nuova Juventus, timorosa delle sanzioni che pendono sul suo capo in campo europeo. Ma qualcuno sente puzza di bruciato e chiede conferme.
A cura di Paolo Fiorenza
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Assediata su tutti i fronti, dalla giustizia penale – l'udienza per decidere sul rinvio a giudizio è stata riprogrammata al 5 maggio – a quella sportiva, italiana ed europea, la Juventus sta giocando due partite in questi mesi finali di stagione: una sul campo, per riuscire a qualificarsi alla prossima Champions e provare a vincere Coppa Italia ed Europa League, e l'altra con i propri avvocati, per uscire indenne dall'inchiesta Prisma della Procura di Torino e riavere indietro i 15 punti di penalizzazione in ambito sportivo, in attesa dei probabili altri filoni su manovre stipendi e rapporti opachi con altri club.

Sul piano sportivo c'è anche la mannaia pronta a calare da parte dell'UEFA, che ha aperto a sua volta un'indagine sul club bianconero per "violazioni finanziarie", sulla scorta delle notizie ricevute dall'Italia. La Juve aveva stipulato lo scorso anno un ‘settlement agreement', ovvero un patto col massimo ente calcistico europeo di rientrare dalle violazioni pregresse del Fairplay Finanziario entro la stagione 2025/26. È chiaro che quell'accordo partiva come base dai bilanci presentati dalla società torinese: qualora dovesse risultare – come accusa la Procura – che quei bilanci sono stati truccati e dunque non sono rispondenti alla realtà, l'UEFA non avrebbe pietà.

Aleksander Ceferin oggi è stato rieletto presidente dell'UEFA: ha la Juve nel mirino
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Ma indipendentemente da questo, l'UEFA ha comunque il potere discrezionale di escludere dalle coppe europee un club che si sia comportato in maniera "antisportiva", come dimostrano le recenti minacce di Ceferin al Barcellona, alle prese col ‘caso Negreira': "È una delle situazioni più gravi nel calcio da quando ci sono dentro. Per il campionato spagnolo la questione è superata e non può avere conseguenze, mentre il procedimento è in corso a livello della procura spagnola. Lo stesso vale per l'UEFA, per la quale non c'è niente che va in prescrizione". Parole che valgono pari pari anche per la Juventus: niente va in prescrizione per l'UEFA.

Barcellona e Juve, oltre ad essere attualmente nei guai con la giustizia, hanno qualcos'altro in comune: sono due dei tre club rimasti ad insistere sulla Superlega assieme al Real Madrid, una vicenda per la quale ugualmente potrebbero essere estromesse dalle coppe dopo che a giugno sarà arrivato il parere definitivo dell'Unione Europea sull'asserito monopolio dell'UEFA (ed i segnali sono a favore di Ceferin). Sulla carta le questioni sono separate, ma non si fa peccato nel pensare che qualora anche gli ultimi ‘ribelli' facciano marcia indietro rispetto al progetto di una competizione autonoma, l'UEFA possa avere mano morbida anche sul resto, all'insegna del riaccoglimento delle pecorelle smarrite – dopo pubblico pentimento – nella grande famiglia del calcio, nella forma in cui esiste da sempre.

La vecchia dirigenza della Juventus: si è dimessa in blocco lo scorso 29 novembre
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Questo pensiero lo ha fatto anche la nuova Juventus, la cui dirigenza è completamente diversa da quella rasa al suolo dalle dimissioni in blocco dello scorso novembre, e qualcosa si è mosso in tal senso. L'occasione l'ha data l'intervista di Andrea Agnelli al ‘De Telegraaf' in cui nello scorso febbraio l'ex presidente bianconero – che è tuttora molto vicino all'A22, la società che continua a lavorare alla Superlega – insisteva nel definirla "necessaria", continuando a sparare a zero sull'UEFA. Ebbene, svela la Gazzetta dello Sport, la Juventus ha chiamato la sede di Nyon per dissociarsi dalle parole del suo ex numero uno.

Una telefonata privata, alla quale l'UEFA ha risposto con una domanda: "La vostra presa di distanza è pubblica?". Da quel momento tutto è taciuto da Torino. Un silenzio che Ceferin e compagni hanno interpretato nell'unico modo possibile: la nuova dirigenza lavora in continuità con quanto orchestrato da Agnelli negli ultimi anni. Nessuna mano morbida né pietà: se ci sarà da castigare, la Juventus avrà quello che merita, senza sconti.

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