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La Supercoppa di Turchia in Arabia salta per un clamoroso incidente diplomatico: cosa è successo

La Supercoppa di Turchia tra il Galatasaray e il Fenerbahce in programma questa sera a Riyadh, la capitale dell’Arabia Saudita, non si gioca per un incidente diplomatico tra la Turchia e il Paese ospitante.
A cura di Marco Beltrami
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La Supercoppa di Turchia tra il Galatasaray di Mauro Icardi e il Fenerbahce di Edin Dzeko, già "calda" dopo le polemiche del recente incrocio in campionato, non era iniziata sotto i migliori auspici ed è finita anche peggio. La partita non si giocherà, è stata annullata: entrambe le squadre tornano a casa. Non c'è stata alcuna possibilità di mediazione alla luce di quanto accaduto.

Il match era in programma questa sera a Riyadh, la capitale dell'Arabia Saudita, ma non ci sarà fischio d'inizio per un clamoroso incidente diplomatico che ha scandito l'immediata vigilia dell'incontro. La marcia d'avvicinamento alla Supercoppa era stata contraddistinta da una crisi generata dal divieto di ingresso sul terreno di gioco di striscioni e magliette con riferimenti al fondatore e primo Presidente della Repubblica turca Mustafa Kemal Ataturk.

In particolare, pur essendo stati inseriti inizialmente nel contratto per la disputa del match, questi dettagli che sarebbero stati portati sul terreno di gioco (in primis dai giocatori di Galatasaray e Fenerbahçe) non sarebbero stati più ammessi da parte dei funzionari sauditi. Una situazione confermata anche dal giornalista Yağız Sabuncuoğlu, fonte molto accreditata.

Quattro in particolare i presunti no delle autorità arabe per ragioni politiche: allo striscione "Pace a casa, pace nel mondo", a maglie speciali e celebrative con riferimenti ad Ataturk, all'inno nazionale e alle immagini di Ataturk. Galatasaray e Fenerbahce avevano manifestato da subito la volontà di non scendere in campo se fossero stati confermati i suddetti divieti. Il presidente dei gialloblu Ali Koç ai media ha dichiarato: "Mi piacerebbe ricordare la parola del nostro antenato ‘Pace a casa, pace nel mondo'. Stavamo uscendo con questo striscione. Da quanto ho capito, le autorità non l'hanno accettato".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il segretario generale del Galatasaray Eray Yazgan: "Se il nostro inno nazionale non può essere cantato, non andremo sul campo". Nelle ultime sembrava esserci stata la svolta, visto che dalla Federcalcio turca sono trapelate smentite sui presunti divieti arabi diffuse poi sui social: "La partita della Supercoppa inizierà con la nostra bandiera turca, gli eventi celebrativi del centenario, un momento di silenzio per i nostri martiri e il nostro inno nazionale che sarà letto dall'artista Norm Ender. Non credere alla disinformazione su questo argomento".

Invece no, la situazione è precipitata fino ad arrivare al dietrofront di Galatasaray e Fenerbahçe. Cosa succederà adesso? È il prossimo capitolo di una vicenda ingarbugliata.

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