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Guerra in Ucraina

La straziante intervista di Zinchenko, sotto shock per la guerra in Ucraina: “Sto solo piangendo”

In una straziante intervista rilasciata alla BBC il calciatore ucraino del Manchester City ha raccontato come sta vivendo l’immane dolore per la guerra che sta dilaniando la sua Ucraina ammettendo anche l’unico motivo che lo ha trattenuto per tornare in patria e combattere l’avanzata della Russia.
A cura di Michele Mazzeo
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"L'intervista più emozionante e straziante che abbia mai fatto". Così Gary Lineker, ex attaccante della nazionale inglese ormai da decenni commentatore in TV, ha definito il faccia a faccia avuto con il calciatore ucraino del Manchester City Oleksandr Zinchenko sconvolto dalla guerra, armata dalla Russia, che sta dilaniando la sua Ucraina. Fin dal primo attacco che ha dato il via all'invasione russa il 25enne di Radomyšl è stato uno dei calciatori che maggiormente si è speso per denunciare al mondo ciò che stava accadendo nel suo Paese.

Dalla rabbiosa reazione iniziale con parole molto forti nei confronti di Vladimir Putin alla partecipazione a diverse manifestazioni per la pace, passando per la decisione di scendere in campo con la maglia del Manchester City nonostante l'immane dolore provato, prima nel match di Premier League contro l'Everton (con le sue lacrime in campo che hanno inevitabilmente fatto il giro del mondo) e poi in quello di FA Cup contro il Peterborough United nel quale i suoi compagni e il suo allenatore Pep Guardiola lo hanno nominato capitano.

Le lacrime di Zinchenko, l'ucraino del Manchester City non ha trattenuto il pianto prima dell'inizio della gara contro l'Everton.
Le lacrime di Zinchenko, l'ucraino del Manchester City non ha trattenuto il pianto prima dell'inizio della gara contro l'Everton.

Dolore e rabbia che si sono per nulla minimamente attenuati come racconta lui stesso nella lunga intervista rilasciata all'emittente britannica BBC: "Sto solo piangendo. È già passata una settimana (non sto contando i giorni) ma anche quando guido la macchina dal campo di allenamento a casa, non riesco a non piangere all'improvviso – ha infatti raccontato il calciatore classe '96 -. È tutto nella mia testa. Immagina il luogo in cui sei nato, dove sei cresciuto e adesso vedi solo un terreno vuoto".

Una dolore che lo dilania fin dalla notte tra il 23 e il 24 febbraio scorso quando sua moglie lo svegliò piangendo facendogli vedere i primi video di ciò che stava succedendo in Ucraina subito dopo il primo bombardamento da parte della Russia: "Era più o meno mezzanotte qui in Gran Bretagna quando mia moglie mi ha svegliato e piangeva – ha difatti aggiunto Zinchenko nell'intervista a cuore aperto rilasciata a Lineker –. Era scioccata. Mi ha mostrato i video, le foto, cosa stava succedendo in quel momento in Ucraina".

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Il laterale del Manchester City ha provato anche a spiegare quale sia la sensazione che sta provando in questo momento in cui il suo paese, l'Ucraina, è sotto assedio da parte della Russia: "Forse la sensazione più vicina – ha infatti proseguito il calciatore ucraino – è quando qualcuno della tua cerchia sta morendo. Sai, quella sensazione di sentirti così male dentro. Ma questo è ancora molto peggio".

Nella stessa intervista Oleksandr Zinchenko definendosi orgoglioso di essere ucraino e dei suoi connazionali che stanno lottando per resistere all'invasione russa ha anche ammesso che, se non fosse per la sua famiglia (la moglie Vlada Shcheglova e la piccola Vlada Sedan che deve ancora compiere un anno),  sarebbe già tornato in Ucraina per combattere: "Sarò onesto, se non fosse stato per mia figlia, la mia famiglia, sarei lì – ha difatti continuato il 25enne del Manchester City –. Sono nato così. Conosco le persone del mio paese, la loro mentalità, e tutti loro, pensano esattamente allo stesso modo. Sono così orgoglioso di essere ucraino e lo sarò per sempre per il resto della mia vita. E quando guardi le persone, come combattono per le loro vite. Conosco le persone – ha infine concluso Zinchenko con gli occhi gonfi dalle lacrime –, la mentalità della mia gente del mio paese, preferiscono morire e moriranno. Ma non si arrenderanno mai".

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