La strategia difensiva della Juventus per cancellare la penalizzazione: un solo asso nella manica
La penalizzazione in classifica, le squalifiche inflitte ai dirigenti e adesso la pubblicazione delle motivazioni da parte della Procura federale. La Juventus attendeva solo questo ulteriore per intentare il ricorso da sottoporre al Collegio di Garanzia del Coni e provare a cancellare la sentenza afflittiva. Partirà dal concetto espresso nel comunicato diffuso qualche ora dopo la pubblicazione delle ragioni che hanno spinto Giuseppe Chiné e i collaboratori a sanzionare in maniera molto severa i bianconeri. Per i legali del club si tratta di "motivazioni viziate da illogicità e infondatezza".
Juventus Football Club e il suo collegio di legali hanno letto con attenzione e analizzeranno a fondo le motivazioni, pubblicate poco fa, della decisione delle Sezioni Unite della Corte Federale d’Appello – si legge nella nota ufficiale della società bianconera -.
Si tratta di un documento, prevedibile nei contenuti, alla luce della pesante decisione, ma viziato da evidente illogicità, carenze motivazionali e infondatezza in punto di diritto, cui la Società e i singoli si opporranno con ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni nei termini previsti. La fondatezza delle ragioni della Juventus sarà fatta valere con fermezza, pur nel rispetto dovuto alle istituzioni che lo hanno emesso.
Come funziona il ricorso. Trenta giorni è il limite massimo per impugnare l'atto e rivolgersi all'ultimo grado della giustizia sportiva. Una volta presentata la documentazione e recepita l'istanza "la decisione è adottata senza indugio e il dispositivo è immediatamente pubblicato – si legge nel regolamento dell'organo -. La decisione viene pubblicata entro il termine perentorio di quindici giorni dal deposito del ricorso introduttivo. Qualora la decisione non venga adottata entro il termine previsto dal precedente comma 3, il ricorso all’organo di giustizia sportiva si ha per respinto. In tal caso, i soggetti interessati possono proporre, nei successivi 30 giorni, ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo competente. L’eventuale decisione sopravvenuta è priva di effetto".
Cosa può accadere. La sentenza emessa dalla Corte federale non può essere modificata né riscritta ma solo confermata oppure annullata. In buona sostanza, non c'è alcuna possibilità che il Collegio intervenga a sancire uno sconto di pena o, addirittura, ad aumentarla.
Se nemmeno il Coni riconoscerà la bontà delle eccezioni inserite nella tesi difensiva della Juve ai bianconeri restano altre strade ma molto tortuose: ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio e, nel caso, al Consiglio di Stato. Non è da escludere ma per imboccare il percorso della giustizia ordinaria e cercare in tutti i modi di perorare la propria causa il club dovrà ottenere una deroga ‘eccezionale' da parte della FIGC.
Qual è la strategia difensiva della Juventus. Il Collegio di Garanzia del Coni si pronuncia sulla legittimità e non sul merito del verdetto. Ecco perché il ricorso che redatto da pool di legali del club farà leva su una serie di vizi procedurali che inficerebbero – secondo la tesi di parte – la sentenza federale. Uno su tutti, ed è l'aspetto principale dell'opposizione: il riferimento all'articolo 4 sui principi e i doveri di "lealtà, correttezza e probità". È questo l'asso nella manica che può cambiare tutto oppure rendere l'appello vano.
Per il procuratore Chiné proprio la violazione di quella norma (il cosiddetto libro nero FP, Fabio Paratici, ne è la prova per gli inquirenti) è stata fondamentale per infliggere la penalizzazione di 15 punti. Ma la Juventus si oppone sostenendo che l'articolo 4 "non era stato espressamente richiamato nella contestazione contro la società nel deferimento dell’aprile scorso". In quell'atto – è la posizione degli avvocati – era stato contestato solo l'articolo 31 comma 1 (illeciti amministrativi come le plusvalenze) e l’articolo 6 (comma 1 e 2) sulla responsabilità diretta e oggettiva del club in ragione delle azioni dei suoi dirigenti.
Nella rosa di obiezioni ne figurano altre due: l'ingiusta attribuzione alla Juventus nel caso delle plusvalenze della violazione di una norma che la stessa giustizia sportiva non aveva riconosciuto con un precedente procedimento; il mancato rispetto della tempistica (30 giorni rispetto a nuove determinazioni) nella richiesta di revocazione della precedente sentenza da parte della Procura federale.
Gli altri procedimenti che fanno tremare il club. Il calendario prevede nelle prossime settimane altri appuntamenti importanti. Oltre a ricorso al Collegio di Garanzia, la Juve dovrà affrontare altri possibili deferimenti che potrebbero arrivare entro il 10 marzo. Riguardano le "manovre stipendi", i compensi agli agenti e la questione delle plusvalenze bis che rientrano in quella opacità di operazioni compiute con quella società che erano nella rete dei contatti.
E poi c'è la variabile Uefa, finora rimasta silente: da Nyon potrebbero dare l'ennesima mazzata ai bianconeri in virtù di quel settlement agreement pattuito per rientrare nei parametri del Fairplay finanziario am in base "bilanci non attendibili" (come si evince da quanto indicato nella sentenza della Procura federale).