La strategia di Guardiola per la finale contro l’Inter: “Sullo 0-0 loro penseranno di vincere”
Il momento della verità è arrivato: fra poco più di 24 ore Inter e Manchetser City si sfideranno a Istanbul per la finale di Champions League, un sogno incredibile per entrambe le squadre.
Guardiola insegue il trofeo più ambito, che gli manca dai tempi di Barcellona. Sulla carta tutti danno per favoriti gli inglesi, ma lo spagnolo getta acqua sul fuoco per spegnere le chiacchiere alla vigilia: "Non posso controllare cosa dicono o pensano le persone. Tutto dipenderà da noi e dall'Inter. La squadra più forte sarà la vincitrice: se alzerà la coppa, l'Inter sarà più grande del City. Conta solo la partita".
L'allenatore del City ha cercato di tenere lontano il più possibile tutti i condizionamenti esterni, per proteggere i suoi giocatori e pensare soltanto al campo. Sarà la sua seconda finale da quando siede su quella panchina: due anni fa è uscito sconfitto nel derby inglese contro il Chelsea, un KO difficile da digerire.
Guardiola però non ha nessuna lezione da trasportare al presente: "Vorrei dirvi tante cose. Che abbiamo imparato la lezione, ma non so che dire: sono squadre diverse, giocatori diversi, annate diverse. Col Chelsea non siamo riusciti a vincere. Per domani abbiamo un piano, abbiamo un'idea, ma poi bisogna vedere cosa dirà il campo. Noi siamo pronti e ci proveremo".
L'allenatore ha assoluta stima dell'Inter e dei suoi giocatori e più volte si è lasciato andare a grandi lodi verso i nerazzurri: "L'Inter è una squadra abituata non solo a difendere. C'è la convinzione che le squadre italiane sappiano solo difendere, ma l'Inter sa fare tante altre cose. Acerbi, Darmian, Bastoni e Onana sono molto efficaci nel far ripartire la squadra. E tutti gli attaccanti, da Lautaro a Correa, sanno essere pericolosi. L'Inter ha la capacità di tenere la palla e di finalizzare, sa attaccare dal centro e dalle fasce".
L'ultimo punto della conferenza stampa è l'eterno dibattito tra il piano gara e la creatività. Guardiola è un allenatore molto meticoloso che chiede il massimo dai suoi giocatori e li spinge oltre i propri limiti. Anche in finale di Champions prevarrà questo aspetto, con la creatività che verrà tirata fuori dal cilindro solo nel momento più opportuno.
Sarà anche un gioco psicologico tra lui e Inzaghi: "Su tutta la partita è importante sapere quello che devi fare e farlo bene. Però ci sono dei momenti in cui le partite diventano pazze, per cui magari devi inserire un attaccante in più o un difensore in più. E poi ci sono momenti in cui non si pensa alla tattica, ma a quello che ti dice il cuore. Nelle finali non penso che sia giusto dire ai giocatori di lasciare troppo spazio alla creatività. La cosa più importante è pensare che stiamo perdendo, non che stiamo 0-0. E far sì che, sullo 0-0, l'Inter pensi di stare vincendo. A quel punto, potremmo farci avanti".