La straordinaria parabola di Cheddira, “l’italiano” del Marocco pronto a stupire ai Mondiali
Fino al 9 luglio 2019 Walid Cheddira era un ragazzo che giocava a calcio senza grandi aspettative e risultati, lo faceva principalmente per divertimento pensando anche a tutto quello che la vita gli avrebbe potuto dare davanti a sé al di fuori di quel rettangolo verde. Fino a quel momento infatti aveva giocato solo in due squadre non professionistiche, il Loreto, vicino casa, per poi passare alla Sangiustese, ma siamo sempre lì nelle Marche dove è nato nel 1998. I genitori sono venuti un Italia dal Marocco e il padre Aziz è un grande appassionato di calcio, oltre a essere stato un giocatore non professionista. Walid è bravo a scuola, soprattutto in storia, ma asseconda anche la passione del papà e gioca a calcio, ma senza aspettarsi tanto.
Nella Sangiustese però accade qualcosa. Segna 20 gol in due stagioni e lo nota il Parma, in quel momento in serie A. È la squadra di Gervinho, Caprari e Cornelius, lo spazio è poco e Walid inizia a girare per diverse squadre di Lega Pro. Prima va all’Arezzo, poi al Lecco e infine al Mantova dove segna 9 gol in una stagione molto buona.
Di lui se ne accorge il Bari di Luigi De Laurentiis in Lega Pro e lo prende ancora una volta in prestito. Gli si chiede di dare tutto quello che può per infastidire le difese e far segnare Mirco Antenucci, che infatti quell’anno realizza 15 gol, Nicola Citro e Daniele Paponi. Il Bari va in serie B vincendo il campionato, lui che era stato il “manovale dell’attacco” questa volta sale di categoria e si affaccia in serie B magari in attesa di qualche interessante chiamata dalla Lega Pro. Il Parma che lo aveva pagato soltanto 90.000 €, lo vende definitivamente al Bari per 180.000 €, un piccolo movimento di mercato che non avrebbe dovuto segnare la stagione della squadra biancorossa tornata in B dopo tanti anni di purgatorio.
Ma appena inizia la B, Walid Cheddira, nonostante continui a sfiancarsi per aprire spazi per gli altri attaccanti e centrocampisti, inizia a macinare gol. Non segna alla prima giornata contro la sua ex squadra, il Parma, ma dalla seconda non si ferma più. Segna al Palermo, Perugia, SPAL, Cosenza, Cagliari, Brescia e Venezia consecutivamente, poi prende tre turni di riposo in cui il Bari perde per due volte insieme a un pareggio casalingo per 0-0 con la Ternana e poi torna a segnare contro il Benevento. Oggi è a 15 partite stagionali con 14 gol realizzati perché insieme ai 9 fatti in B, Cheddira ha anche segnato contro il Padova e una tripletta contro il Verona in Coppa Italia.
I tifosi del Bari lo chiamano “Walino” non solo perché richiama il diminutivo del nome Pasquale, gettonatissimo in città e provincia ma anche perché gli fa tornare alla mente il soprannome “Vitino”, dato a un idolo biancorosso del passato, Barreto. La sua lingua è il marchigiano e avrebbe potuto giocare con l’Italia, ma avendo doppia nazionalità ha scelto fin da subito il Marocco e in questo 2022 la scelta si è rivelata molto fortunata. L’Italia, come tutti sanno, è a casa, mentre il ct del Marocco ha iniziato a pensare a Walid Cheddira per la sua squadra da schierare al Mondiale.
La sua prima convocazione infatti è del 23 settembre 2022 quando i Leoni dell'Atlante hanno affrontato il Cile, per poi scendere in campo anche nella partita successiva contro il Paraguay. Dopo questi traguardi il sogno era proprio di partecipare ai Mondiali e anche questa volta Cheddira lo realizza. Il ct Hoalid Regragui lo ha convocato perché, come ha detto dopo le due gare di settembre, è rimasto molto colpito dalle capacità fisiche e tecniche di Cheddira, capace di fare tante cose in attacco, non solo segnare. È tra i 26 ed è molto probabile che con i vari En-Nesyri, Ziyech ed Ezzalzouli parta dalla panchina, ma è altrettanto sicuro che appena verrà chiamato in causa potrà portare tutto quello che lo ha fatto emergere, facendolo passare dai campi amatoriali delle sue Marche al Mondiale.