La storia pazzesca del KI Klaksvik, squadra di dopolavoristi delle Faroe che può fare la Champions
La storia più bella di questa stagione arriva da lontano, da un piccolo lembo di terra tra il Mare di Norvegia e la parte settentrionale dell'Oceano Atlantico. Il KÍ Klaksvík sarà la prima squadra in assoluto delle Isole Faroe a partecipare alla fase a gironi di una coppa europea, un traguardo straordinario per una piccola realtà che si sta facendo lentamente strada tra i giganti.
Il grande sogno è quello di giocare la Champions League, ma per essere presenti il giorno del sorteggio ci sarà bisogno di superare anche il terzo turno preliminare. Quanto fatto fino a questo momento è già storia: la squadra faroese ha spazzato via Ferencvaros e Hacken, rispettivamente campioni in Ungheria e Svezia, due colossi se confrontati al KI.
Seppur proveniente da un piccolo comune di 5000 abitanti accroccato sull'isola di Borðoy, la squadra ha sempre avuto l'Europa nel suo DNA. Nel 1991 fu la prima rappresentante delle Isole Faroe a disputare un preliminare di Champions League e a oltre trent'anni di distanza è riuscita a compiere un'impresa senza precedenti.
La squadra e la sua popolazione vivono in simbiosi, come testimoniato da un lungo reportage fatto dalla BBC tre anni fa: "Quando il KI vince il lavoro va veloce e bene nella fabbrica di pesce locale. Se la squadra perde, il ritmo di lavoro è peggiore. Qui tutti parlano di calcio". Dopotutto i giocatori sono abitanti come tutti gli altri: il capitano Andreasen di mestiere fa l'elettricista, c'è chi lavora in fabbrica e chi studia perché non tutti possono vivere di pallone. Per questo ci si allena dalle 17 in poi, per permettere a tutti di partecipare.
Anche in caso di sconfitta contro il Molde, i campioni in carica di Norvegia che li sfideranno nell'ultimo preliminare, il KÍ Klaksvík è già sicuro di arrivare alla fase a gironi della Conference League, come prevede il regolamento della competizione: se dovessero perdere accederebbero agli spareggi di Europa League e, anche in caso di un ulteriore risultato negativo, finirebbero nella terza coppa. Probabilmente non giocheranno nella loro cittadina, al Djupumyra (stadio da 2500 spettatori e con soli 1000 posti a sedere) ma nella capitale Tórshavn, all'interno dello stadio che ospita tutte le partite della nazionale.
Per arrivare al grande traguardo sono serviti i calci di rigore contro l'Hacken. Dopo lo 0-0 in casa il KI ha affrontato cinque ore di viaggio per arrivare in Svezia, nello stadio dei campioni nazionali. La svolta è arrivata al 109′, con l'autogol degli avversari per il 3-3 che ha permesso alle squadre di arrivare alla lotteria dei rigori.
Emozioni senza fine per i faroesi che sono rimasti aggrappati alla qualificazione con le unghie fino all'ultimo istante: l'urlo di gioia è stato liberato dopo l'ultimo rigore calciato dal difensore Vegard Forren che nel prossimo turno affronterà il suo Molde, la squadra che più di tutte gli ha segnato la carriera.
Ancora una volta tra i protagonisti della serata c'è Jonatan Johansson, portiere con una storia davvero particolare. Nel 2022 aveva appeso i guantoni al chiodo, salvo poi cambiare idea per giocare come difensore nella quarta categoria norvegese. Il KI lo ha acquistato come portiere di riserva, ma in Champions League è sempre partito come titolare. Il risultato? Due partite di spessore contro il Ferencvaros e la parata decisiva sull'ultimo rigore che ha consentito alla sua squadra di compiere l'impresa.
Il percorso fatto fin qui rende onore al lavoro della piccola squadra, catapultata in un vero e proprio sogno che potrebbe regalare ancora una nuova iniezione di felicità. Dopo i 20 campionati conquistati in patria c'è spazio anche per l'Europa dei grandi, quella che fino a oggi è stata vista soltanto dalla televisione.