La storia di Ansu Fati, il futuro del Barcellona: “È nato pronto. Ma niente paragoni con Messi”
L'irruzione di Ansu Fati nella prima squadra del Barcellona non ha niente a che vedere con quella di Lionel Messi. Se l'argentino era stato integrato gradualmente da Frank Rijkaard nella prima squadra del club catalano dopo due stagioni di andirivieni dalla squadra B, il guineano – poi naturalizzato spagnolo – è passato per il Camp Nou come uno tsunami di talento e spigliatezza. Il 25 agosto del 2019 le assenze di Luis Suarez, Ousmane Dembelé e lo stesso Messi permisero all'allora allenatore catalano Ernesto Valverde di far entrare a un quarto d'ora dalla fine un classe 2002, ancora sedicenne, del quale non si sapeva praticamente nulla. Subentrato a Carles Pérez, Fati ebbe un impatto devastante e immediato, mettendosi in mostra con una serie di giocate da veterano e una conclusione a fil di palo che avrebbe potuto significare il 6-2 definitivo. L'esplosione della supernova guineana aveva eclissato persino la doppietta di Antoine Griezmann, il cui show alla LeBron James tirando coriandoli dopo il primo gol in blaugrana contrastava con l'umile ma più convincente spettacolo da parte del giovane africano. Un lampo accecante di talento e sfrontatezza.
Nato calciatore
Due giorni prima, l'attaccante adolescente aveva chiamato i genitori per comunicare loro che sarebbe stato convocato con la prima squadra, suscitando l'ilarità degli stessi, che pensavano si trattasse di uno scherzo. Ma non era così. "Ansu è nato pronto. È nato calciatore", dice a Fanpage.it il suo scopritore Albert Puig, attualmente in Giappone, dove lavora presso il club Albirex Niigata. Il talent scout catalano, che in precedenza aveva scoperto un certo Andrés Iniesta, aveva ricevuto dieci anni fa la segnalazione da un suo contatto di Siviglia riguardo un fenomeno di otto anni proveniente dalla Guinea-Bissau che faceva faville nella squadra del paesino di Herrera, nella provincia del capoluogo andaluso. "Sia Ansu sia il fratello Braima erano stati già ingaggiati dalle giovanili del Siviglia, ma io decisi di andare lo stesso a visionarli. Su entrambi si era già informato il Real Madrid, mentre il Siviglia non voleva assolutamente lasciarli andare. Allora capii che avrei dovuto agire in un altro modo e andai a parlare direttamente con suo padre, ma non solo". A Herrera, un municipio di seimila abitanti a 120 km da Siviglia, si conoscono tutti, motivo che spinse Puig a presentarsi "non solo alla famiglia Fati ma anche al sindaco e alla gente del paese, portando con me il blasone del Barça e soprattutto della Masia, che in quegli anni viveva di luce propria per il lavoro di Guardiola riflesso nel gioco e nei titoli". Alla fine prevalse il progetto umano e sportivo del club blaugrana, anche se il più piccolo dei due fratelli, ossia Ansu, rimase in Andalusia per altri due anni, recandosi però ogni due mesi alla Masia per iniziare a conoscerne l'ambiente.
Da falso nueve ad ala
Nel Barcellona che oggi affronta la Juventus in Champions, il ragazzo che compirà 18 anni questo sabato sarà sicuramente tra i titolari, vicino a quel Lionel Messi del quale sta seguendo i passi: "Fino al penultimo anno nelle giovanili Ansu aveva sempre giocato da falso nueve, proprio come Messi con Guardiola, facendosi notare soprattutto per la capacità di fare l'elastico e combinare con i compagni di reparto cercando la profondità", confessa a Fanpage.it Jaume Marcet, uno dei massimi esperti del Barça giovanile. Tuttavia, la mancanza di un elemento effettivamente valido nel saltare gli avversari sulla fascia sinistra, da anni orfana di Neymar Jr, ha obbligato prima Valverde e poi Quique Setién a utilizzare il giovane di origini africane come ala sull'out mancino. "Ansu ha saputo adattarsi ed è ormai noto come un grande generatore di superiorità numerica attraverso i suoi dribbling e grazie alla sua velocità, sempre partendo dall'esterno", continua Marcet, a conferma del suo status di intoccabile in un attacco blaugrana dove l'altro indiscutibile è ovviamente il numero 10 argentino, che dopo il suo debutto dimostrò la sua ammirazione abbracciandolo a fine partita e stabilendo così un automatico passaggio di consegne tra i due. In realtà, sempre secondo Marcet "Ansu è preparato per fare ciò che Messi fa da sempre, ossia partire dalla fascia per accentrarsi, creare gioco e associarsi con i compagni di squadra, ma ovviamente da sinistra a destra". Non sorprende, dunque, che l'argentino sembri aver trovato il suo alter-ego, quell'elemento che lo completa in assoluto, proprio come faceva Neymar, creando una sinergia totale nella trequarti della quale tutta la squadra può beneficiare.
Ansu è Ansu
Nel Clásico di sabato scorso contro il Real Madrid il giovane Ansu ha dimostrato anche di essere uno stiletto efficiente nel gol del momentaneo pareggiato segnato da autentico centravanti, facendo tra l'altro le scarpe a un vecchio lupo di mare come Sergio Ramos, da lui anticipato sul cross di Jordi Alba dalla sinistra. Ai facili entusiasmi, tuttavia, va messo un freno, come afferma Puig: "Ansu è Ansu, e non vanno fatti paragoni con Messi. La sua grande qualità è sempre stata quella di giocare allegramente, con serenità e per divertirsi. Lui viene dall'Africa, dove i pensieri sono ben altri. E va ricordato che anche i più grandi giocatori del Barça come Xavi e Iniesta hanno raggiunto la loro maturità a 24 anni. Ansu ha davanti a sé molta strada, ma deve giocare, migliorare e sperare che gli infortuni non lo condizionino per poter diventare grandissimo".
Del resto, parliamo di un ragazzo di (ancora) 17 anni, nella cui formazione, secondo Puig, "è stata fondamentale la sua famiglia, una famiglia coi piedi per terra che lo ha aiutato a formarsi umanamente e sempre nel segno dell"umiltà". Una famiglia nella quale il ruolo di papà Bori, ex calciatore, è stato fondamentale a livello educativo in casa e in campo. Simmetrico a Messi, ma anche capace di giocare da falso nueve per attaccare gli spazi, Ansu può ancora crescere molto, e contro la Juventus potrà dimostrare in campo europeo e contro una squadra abituata a difendersi bene quanto sia realmente effettivo il suo talento precoce.