La sofferenza silenziosa di Mbappé durante la consegna del Pallone d’Oro: le sue facce dicono tutto
La faccia di Kylian Mbappé diceva tutto. L'attaccante francese ha seguito la cerimonia del Pallone d'Oro mescolato tra il pubblico ed è bastato dare un'occhiata alle espressioni che gli sono uscite dal cuore, di getto, per capire quale possa essere stato (e sia tuttora) il suo stato d'animo nonostante questa volta sia andata anche meglio.
Terzo, sul podio dietro Erling Haaland che torna a casa col Trofeo Müller in pugno quale vincitore della Champions a corredo di una stagione a suon di gol (peccato averlo mancato in finale, magari gli sarebbe valso il trionfo dorato) e Lionel Messi che con 8 premi è divenuto il campione col segno (e il numero capovolto) dell'infinito in bacheca. Ascoltare le parole di consolazione della Pulce gli fanno un effetto anche peggiore: non di una carezza ma di grani di sale strofinati sulla pelle.
"Un giorno lo vinceranno anche loro", dice il dieci che omaggia Diego nel giorno del suo compleanno dal palchetto. Tiene accanto a sé l'ennesimo riconoscimento alla carriera ricevuto (anche) per la conquista del Mondiale in Qatar e trasmette serenità da Libro Cuore per il quadretto familiare corredato dalla presenza dei figli in passerella e della moglie, Antonella, elegantissima, che segue la scena seduta qualche fila indietro.
A Kylian brucia e fa male, dalle sue parti non c'è calore ma gelo profondo. Lo testimoniano alcuni video condivisi sui social: in uno applaude a stento, in un altro ci resta malissimo, triste, solitario y final quando intorno a sé si fa il vuoto perché i calciatori del City vanno a prendersi la gloria e lui resta col cerino in mano.
In quel momento ha realizzato due cose, l'una legata all'altra: 1. possibile che non riesca ad avere il giusto riconoscimento per quanto fatto? 2. la risposta che si dà è al punto due: deve andare via dal Paris Saint-Germain. Ma questo lo sa già. Ci ha anche provato, dovrà attendere ancora per farlo. E poi forse, chissà, toccherà anche a lui sfoderare il sorriso più bello e smagliate da lassù.
Tra i volti felici (o apparentemente tali) della serata di gala al Théâtre du Châtelet di Parigi il suo stonava come cavoli a merenda. Non ha mai sorriso, anzi a un certo punto s'è messo perfino una mano in faccia e vi ha nascosto il viso per evitare che tutti si accorgessero di quegli occhi fiammeggianti che raccontavano il subbuglio e il tormento interiore per l'esito della premiazione.
Là, sulla passerella, è salito perfino Emiliano ‘Dibu' Martinez per ricevere il riconoscimento di migliore portiere al mondo grazie a quanto fatto in Coppa del Mondo. In Francia non hanno dimenticato la sceneggiata fatta in occasione dei rigori contro i "galletti" e qualche fischio sonoro lo ha accompagnato nonostante il tentativo di Didier Drogba di silenziarli. Nemmeno Mbappé, che aveva ancora in testa il bambolotto con la sua faccia mostrato a mo' di sfotto' dall'estremo difensore sudamericano. Ed è stato anche insignito con il Trofeo Yashin che, questa volta, ha tenuto per il verso giusto invece di impugnarlo facendo un gesto volgare.
Che beffa, davvero, per l'enfant prodige del calcio francese. Gli è toccato di nuovo stare a guardare gli altri prendersi onori e meriti mentre lui è rimasto seduto con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che gli viene almeno una volta all'anno. Come un Cristiano Ronaldo qualunque.