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Mondiali in Qatar 2022

La sfacciataggine di Montiel sul rigore decisivo non si è vista in diretta: è recidivo

Mentre Gonzalo Montiel si incamminava verso il dischetto per calciare il rigore che avrebbe consegnato i Mondiali all’Argentina, al Ct Scaloni è venuto un sospetto: vuoi vedere che questo è così pazzo? Di lì a poco è stata fatta la storia.
A cura di Paolo Fiorenza
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Non Messi, nè Di Maria, e neanche Dybala che era entrato apposta al 121′ per calciare il rigore nella sequenza finale e non ha tradito Scaloni al pari di Paredes, anche lui infallibile dal dischetto: Gonzalo Montiel è stato l'uomo del destino dell'Argentina che ha trionfato ai Mondiali 2022 in Qatar. È lui – terzino destro panchinaro dell'Albiceleste alle spalle di Molina, cui è subentrato al 90′ nella finale contro la Francia – ad aver realizzato il quarto penalty, quello decisivo per consegnare la Coppa alla Selección visto che il quinto non era più necessario avendone i francesi sbagliati due.

Il 25enne nato e cresciuto nel River Plate, con cui ha vinto tutto quello che c'era da vincere in Sudamerica sotto la grandiosa gestione Gallardo, e poi è passato nell'estate del 2021 al Siviglia, possiede adesso una bacheca che pochi nella storia del calcio possono vantare, visto che ci ha aggiunto la Copa America l'anno scorso e ora il Mondiale con l'Argentina. Scaloni evidentemente sapeva bene quello che faceva, quando ha scelto i rigoristi cui affidare una fetta così importante della propria carriera. Dalla freddezza di quel manipolo di pretoriani sarebbe dipeso il suo passaggio o meno alla storia come il Ct che aveva riportato l'agognata Coppa del Mondo in Argentina dopo 36 anni: Messi, Dybala, Paredes e poi appunto Montiel.

Scaloni era certo che l'esterno non lo avrebbe tradito, ma probabilmente non pensava che Montiel avrebbe avuto la sfacciataggine – per non dire la follia – di presentarsi sul dischetto del rigore e replicare la stessa condotta che aveva già fatto in passato. Perché il terzino di rigori già ne aveva tirati e realizzati – senza mai sbagliare in carriera – e alcuni di quelli li aveva messi a segno con un vero e proprio ‘sberleffo' al portiere: il no look. Ovvero nel momento di calciare il pallone aveva girato la testa verso la sua destra, non guardando né la sfera né la porta.

Era stata quella l'apoteosi della sfrontatezza? No, era possibile fare meglio, ovvero riproporre pari pari la stessa scena nel momento più alto della carriera di un calciatore, il rigore decisivo di un Mondiale. Montiel si è incamminato verso il dischetto e ci ha pensato, mentre Scaloni dal canto suo è stato colto da un sospetto: vuoi vedere che questo sciagurato mi fa il no look? Gonzalo è partito verso la gloria ed un attimo prima di colpire il pallone ha sentito che doveva farlo, sennò non sarebbe stato lui: ha girato gli occhi in basso alla sua destra. Portiere da una parta, palla dall'altra. Il tempo si è fermato, i compagni lo hanno avvolto, tutto si è dissolto.

Gonzalo Montiel volge lo sguardo in basso alla sua destra e batte Lloris: è storia
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Montiel, il più insospettabile degli eroi, aveva appena fatto la storia per il proprio Paese, e l'aveva fatta a modo suo. Con la tracotanza di coloro che stanno dalla parte di chi vince. Un coraggio che vale doppio il suo, visto che sulle spalle aveva anche il peso del rigore del 3-3 francese, che aveva provocato con un fallo di mano saltando col braccio largo. Cose che adesso non contano più: c'è solo da godere, gonfiare il petto e portare la Coppa a casa.

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