La Serie A ‘spezzatino’: 10 partite in 10 orari diversi e spalmate su 4 giorni

Non era mai successo che nel campionato di Serie A si arrivasse a una soluzione così estrema di ‘spezzatino’ per la trasmissione delle partite. Si tratta di dieci incontri in altrettanti orari differenti e spalmati su quattro giorni, dal venerdì al lunedì sera. Ecco perché si è arrivati a una situazione del genere.

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A cura di Maurizio De Santis

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Dieci partite in altrettanti orari differenti e spalmate su quattro giorni. La 23sima giornata giornata del campionato di Serie A si gioca a partire da oggi, venerdì 19 febbraio (con gli anticipi Fiorentina-Spezia e Cagliari-Torino(, fino a lunedì 22 (con il posticipo Juventus-Crotone). In mezzo tre match nella giornata di sabato (Lazio-Sampdoria, Genoa-Verona, Sassuolo-Bologna) e quattro in quella di domenica così suddivisi: Parma-Udinese alle 12.30, il derby Milan-Inter alle 15, Benevento-Roma alle 20.45.

Cosa c'è di strano in una formula del genere? Non si era mai verificata una situazione del genere in Serie A, eccezion fatta per i cambi di orario e le variazioni determinate da causa di forza maggiore prima che la necessità di ricorrere al lockdown per questioni di emergenza nazionale e salute pubblica non stoppasse tutta l'attività agonistica a livello sportivo.

Un anno fa la diffusione dei contagi da Covid rivoluzionò i calendari, qual è il motivo che oggi spinge a disputare il campionato in questa forma di ‘spezzatino estremo'? La risposta è legata alle esigenze televisive e in particolare alle disposizioni nel bando dei diritti TV del campionato. La discriminante è nel sistema con il quale le due piattaforme, Sky e Dazn, hanno diviso i 20 match clou a inizio anno: le partite oggetto della ripartizione devono essere trasmesse evitando la contemporaneità con altre gare.