La Serie A si è accorta di essere penalizzata dalla nuova Champions: “È come la Superlega”
La Serie A si oppone al nuovo format che la Uefa ha proposto per la Champions League a partire dall'edizione 2024/25. Lo ha detto chiaramente l'amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo che ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Radio Anch'io Sport: "Sulla nuova Champions siamo critici. Questo format fu approvato il giorno dell’annuncio della Superlega, era una reazione a quel modello".
L'a.d. si è poi soffermato sul numero di partite che verranno aggiunte con l'edizione che vedrà 36 club in un unico girone al posto dei 6 match da disputare nella fase a gironi attuale: "Vengono aggiunte 100 partite in più, il 40% in più per più risorse economiche. Per la Serie A significherebbe perdere oltre 200 milioni all'anno e questo è un fatto inaccettabile. Chiediamo che l'aumento delle partite – spiega De Siervo – sia ridotto della metà, ovvero che le partite dei gironi iniziali non siano dieci ma otto rispetto alle sei attuali".
L'altra questione problematica evidenziata da De Siervo riguarda poi i coefficienti, in particolare quelli delle quattro squadre che verrebbero ammesse in più: "Su due delle nuove promosse non ci sono problemi, saranno una francese ed una squadra olandese. Ma per gli altri posti viene introdotto un coefficiente che tende a premiare determinate performance, una specie di strizzata d'occhio al modello Superlega. Dalle stime che abbiamo fatto, per il 60% delle volte sarà una squadra inglese, il 30% una spagnola. L'Italia avrebbe solo una squadra in più nei prossimi dieci anni, ci sarebbe una sperequazione rispetto ai due campionati che già dominano nelle competizioni europee".
Su questo punto c'è comunque da specificare che la UEFA sta ancora valutando la possibilità di introdurre questo criterio e l’assegnazione dei posti tramite coefficiente per la nuova Champions non è ancora ufficiale, anzi, secondo alcune indiscrezioni potrebbe decidere di abbandonare l’idea.
Infine, De Siervo ha parlato di altri due temi: gli stadi e la sede della prossima finale di Supercoppa italiana. Per quest'ultima "Si torna in Arabia – ha spiegato – abbiamo un contratto ereditato, è l'ultimo anno, abbiamo cercato di risolverlo ma per una serie di clausole non è stato possibile. Stiamo valutando un altro accordo di prospettiva sempre all'estero".
Per quanto riguarda gli stadi, invece, il punto chiave è sempre quello della burocrazia: "Sugli stadi molto è stato fatto, con Juve, Udinese e Sassuolo, ma c'e' la consapevolezza che ci debba essere una accelerazione dei processi burocratici. Ci vuole un tavolo con club, governo e le amministrazioni – conclude – Queste si devono mettere una mano sulla coscienza per cercare di facilitare il processo".
Infine ha parlato anche della contemporaneità dell'ultima giornata di Serie A: "Siamo persone ragionevoli e capiamo le discussioni, ma facciamo parte di un modello economico con delle regole, per mettere più pubblici possibili in condizione di vedere le partite. È stato deciso anni fa che l'ultima giornata si giochi in contemporanea, se necessario. Ed è uguale a quello che avviene all'estero, il modello economico è uguale per tutti".