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La Serie A non riparte, il Ministero dello Sport: “Lunedì ancora allenamenti individuali”

Una circolare del Ministero dello Sport ha spiegato perché da lunedì 18 maggio non sarà ancora possibile riprendere gli allenamenti collettivi per gli sport di squadra. Il calcio è bloccato intorno a 3 punti del protocollo presentato dal Comitato tecnico/scientifico. I club hanno proposto modifiche, domani dovrebbe esserci la validazione definitiva.
A cura di Maurizio De Santis
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Quando il calcio, anche in Italia, potrà tornare alla normalità? Ci sarà (e quando) la tanto auspicata ripresa della Serie A? Le parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non sono servite a sciogliere le riserve. Anzi, hanno alimentato dubbi e attesa. Da lunedì 18 maggio i club torneranno ad allenarsi ma i calciatori potranno farlo ancora a livello individuale. Niente sedute collettive, allo stato dei fatti restano valide le regole del 12 maggio per gli sport di squadra.

Quando sarà possibile tornare alla "normalità"? Con ogni probabilità dal 19 maggio ma si attendono ulteriori decisioni nella giornata di domani, che scandirà l'ennesima tappa di avvicinamento verso il nuovo fischio d'inizio (forse). I cambiamenti non saranno ancora sostanziali perché permarranno misure come divieto di assembramento, rispetto del distanziamento di due metri fra un calciatore e l’altro, esercizi con il pallone ma da svolgere in piccoli gruppi.

La validazione da parte del Cts avverrà probabilmente domani – si legge in una nota dell'Ansa che al riguardo cita fonti del Ministero dello Sport -. Secondo il punto E del nuovo dpcm finché non c'è il visto del comitato valgono le regole precedenti.

Perché questo ulteriore rinvio? In realtà non c'è da stupirsi, soprattutto in considerazione di quanto accaduto nei giorni scorsi con la presentazione del protocollo d'intesa tra la Commissione individuata dal premier e i vertici del calcio italiano. Il Comitato tecnico/scientifico del Governo non ha ancora dato il via libera definitivo alle linee guida che hanno suscitato polemiche, obiezioni e perplessità da parte delle società. Riunite in assemblea in video-conferenza, hanno fissato un documento condiviso nel quale vengono indicate criticità ed eventuali correzioni.

  • Tre i punti della discordia: 1) la quarantena di squadra in caso di positività al Covid-19 anche del singolo calciatore (i club chiedono che l'isolamento sia fiduciario, il provvedimento diventi precauzionale – fino alla guarigione del soggetto – e non più obbligatorio, contestualmente s'impegnano a monitorare con maggiore frequenza le condizioni del gruppo); 2) l'organizzazione dei ritiri (molti club hanno manifestato difficoltà nella gestione logistica), con la possibilità che i giocatori rientrino nelle loro abitazioni in sicurezza e garantendo maggiori controlli preventivi; 3) infine, la questione della responsabilità penale dei medici sociali che, secondo una circolare dell’Inail, resta a loro carico solo nell’eventualità di dolo o di colpa grave.

Ripartenza graduale, quale sarà il prossimo passo? La lettera con le integrazioni al documento del Comitato, elaborate da Maurizio Casasco (presidente della Fmsi) è stata spedita al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, che la inoltrerà al Governo. Servirà attendere ancora qualche giorno per avere una risposta sul nuovo protocollo.

  • Entro la fine del mese, in base all'andamento della curva epidemiologica (come spiegato anche dal Presidente del Consiglio), si potrà ragionare sulla modifica della norma sulla quarantena automatica che in caso di positività di un membro del gruppo squadra.
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