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La Serie A cerca nei diritti TV i soldi per sopravvivere: l’ultima idea è un calendario estremo

La Lega Serie A ha prorogato di 30 giorni il voto per l’assegnazione dei diritti tv per il triennio 2024-2027. Non c’è ancora accordo sulle offerte, ritenute basse, ma secondo i vertici l’intesa non è lontana su un format pensato per incentivare il calcio spalmato dal venerdì al lunedì, con la variabile Mediaset sull’opzione della partita in chiaro al sabato sera.
A cura di Maurizio De Santis
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La Lega Serie A ha tempo fino al 2 agosto per votare sulla prossima assegnazione dei diritti tv.
La Lega Serie A ha tempo fino al 2 agosto per votare sulla prossima assegnazione dei diritti tv.

Follow the money. Segui i soldi e saprai dove e come vedere le partite di Serie A dal 2024 in poi (e per quanto tempo, 3 oppure 5 anni) perché la prossima stagione sarà ancora appannaggio di DAZN (10 gare in esclusiva) e Sky (3 partite in co-esclusiva). Segui i soldi e saprai qual è il colore della fumata: grigia, al di sotto di 900-950 milioni (che è comunque inferiore rispetto alle ambizioni dei presidenti da 1 miliardo e rotti milioni) non c'è margine per trattare i dettagli tecnici; bianca se, pur mettendo assieme e d'accordo le varie anime/offerte dei broadcaster, si arriverà a quella soglia finanziaria sulla quale si regge tutta la baracca. E già confermare gli introiti del contratto in atto sarebbe una bella conquista.

L'alternativa? Farsi un canale proprio (come paventato dal numero uno della Lazio, Claudio Lotito) oppure adottare soluzioni ‘ponte' che si prefigurano come la più classica toppa da mettere a una coperta già corta: assegnazione dei diritti tv per un solo anno, ventilata da De Laurentiis, oppure estensione del profilo in essere per tirare a campare ancora un po' e poi chissà.

Follow the money e capisci perché al momento l'unica certezza è un accordo che non c'è (e non può esserci ancora) alla luce delle cifre di cui nessuno ha parlato. E sulle quali esistono versioni contrastanti a seconda "dell'ottimismo" dei diversi soggetti coinvolti nella delicata operazione politica di tessitura della trama. Settecento milioni o poco più (ma si tratta di indiscrezioni, AdL aveva addirittura parlato di 600) sarebbe la somma contenuta all'interno della fatidica busta aperta nei giorni scorsi. Mentre l'amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, avrebbe lasciato intendere che, pezzo dopo pezzo, si stanno incastrando tutte le condizioni per trovare la quadra in maniera soddisfacente.

La prima fumata è stata grigia per un'offerta più bassa rispetto alle attese.
La prima fumata è stata grigia per un'offerta più bassa rispetto alle attese.

La proroga di 30 giorni a cui ha fatto riferimento il presidente, Lorenzo Casini, servirà a schiarire le idee entro il 2 agosto, la data spartiacque per votare a favore o meno delle offerte avanzate oppure abbracciare la proposta dei Fondi e delle banche interessate alla creazione di un canale privato. Il 14 luglio, giorno della prossima assemblea, sarà fondamentale per capire a che punto è la notte.

L'ad De Siervo e la commissione proveranno a far combaciare il mosaico di esclusive, co-esclusive e pick (le partite di cartello) che sono sul tavolo delle tv che cercano di massimizzare il profitto. Già, ma la domanda è sempre la stessa: dove si vedrà il calcio e quanto costerà? Impossibile dirlo ora.

Si sa che Amazon s'è chiamato fuori anzitempo dal novero dei soggetti interessati. Che il format televisivo potrebbe cambiare di nuovo incentivando lo spezzatino del week-end più lungo (con match sempre dal venerdì al lunedì), riducendo a 2 il numero delle gare alla domenica pomeriggio e coprendo tutta la settimana calcistica comprese le coppe. Poi c'è la variabile Mediaset sull'opzione della partita in chiaro al sabato sera che andrebbe a innestarsi accanto a un broadcaster detentore di tutta l’esclusiva (DAZN), un altro che beneficia di partite in co-esclusiva (Sky)

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